Doveva essere l’ultima sfida tra i velocisti ed invece nella tappa di Santa Maria di Sala, la diciottesima del Giro d’Italia, l’ha spuntata uno dei coraggiosi fuggitivi partiti all’attacco nelle fasi iniziali. A vincere è stato Damiano Cima, 25enne bresciano della Nippo Fantini, uno dei corridori più presenti nelle fughe da lontano in queste tre settimane di corsa. Il finale della corsa è stato palpitante: Cima è stato l’unico dei tre fuggitivi a resistere al rientro del gruppo e a concludere appena davanti ad Ackermann che ha stracciato gli altri velocisti ma si è dovuto accontentare del secondo posto.
Giro, la Groupama non tira
Dopo tante montagne la diciottesima tappa del Giro d’Italia offriva di nuovo il palcoscenico ai velocisti. Il percorso da Valdaora a Santa Maria di Sala non presentava particolari difficoltà altimetriche, ma con tanti sprinter ormai ritirati e le squadre decimate dai ritiri la corsa è uscita molto più incerta di quanto potesse far credere l’altimetria. Le fasi iniziali sono state molto veloci, con diversi tentativi di fuga annullati fino all’attacco di Nico Denz (AG2R), Damiano Cima (Nippo Fantini) e Mirco Maestri (Bardiani CSF). Il gruppo si è calmato ed anche i tre attaccanti sono andati avanti senza forzare in attesa dell’ultima parte della corsa.
La Bora di Ackermann, la Israel di Cimolai e Dimension Data di Gibbons sono state le squadre più attive a tirare il gruppo mentre la Groupama di Arnaud Demare non ha mai collaborato. Il francese ha preferito favorire la fuga per difendere la sua maglia ciclamino dal possibile assalto di Ackermann, una scelta poco coraggiosa che non è stata vincente.
In corsa si è verificato anche uno spiacevole episodio quando, a circa 60 km dall'arrivo, uno spettatore ha portato una bicicletta in mezzo alla strada poco prima del passaggio dei corridori. Per fortuna un'altra persona è intervenuta con prontezza per togliere la bici un attimo prima dell'arrivo dei tre fuggitivi.
Cima, finale mozzafiato
Denz, Maestri e Cima hanno dato un’accelerata alla loro azione negli ultimi 50 km e il gruppo ha faticato un po’ a erodere il distacco.
Bora, Dimension Data e Israel hanno avuto poca collaborazione dalle altre squadre e alla fine hanno mostrato un po’ di fatica. I tre al comando sono arrivati a 15 km dall’arrivo con ancora quasi due minuti da difendere, ma un tentativo di attacco di Denz, che ha dato l’impressione di essere il più forte, ha poi rischiato di far saltare l’accordo.
Il gruppo si è rifatto sotto nelle ultime battute e Denz è partito lunghissimo sul rettilineo finale per anticipare lo sprint. Maestri ha poi rilanciato tirando di fatto lo sprint a Damiano Cima che è partito per la sua volata con i velocisti ormai a pochi metri e gli altri fuggitivi raggiunti. Anche il corridore della Nippo è sembrato sul punto di essere superato, ma la potente rimonta di Pascal Ackermann si è fermata ad un passo dal successo.
Cima ha così confezionato una vittoria sorprendente ed emozionante, un premio alle tante fughe di questo Giro in cui è stato uno dei pochi corridori della sua squadra a mettersi in evidenza.
Ackermann ha concluso secondo davanti a Consonni e Senechal, e questo piazzamento gli ha consentito di scavalcare il rinunciatario Demare nella classifica a punti e riconquistare così la maglia ciclamino in maniera quasi certamente definitiva.
La classifica è rimasta immutata alla vigilia delle ultime due tappe di montagna che daranno l’ultima occasione a chi vuole assaltare la maglia rosa di Carapaz.