È bastata una salita di un paio di chilometri per ritrovare Primoz Roglic al comando della Vuelta Espana. La sesta tappa della corsa spagnola ha portato il gruppo all’Alto de Montana de Cullera, un arrivo su una breve ascesa che ha visto un bel testa a testa tra Magnus Cort Nielsen, ultimo reduce di una fuga da lontano, e gli uomini di alta classifica. Nel finale Roglic ha piazzato il suo scatto bruciante, ma non ha insistito per cercare il sorpasso al corridore danese, che ha così centrato il successo di tappa.
Roglic ha però ripreso la maglia rossa di leader della generale, guadagnando qualche secondo su tutti gli avversari diretti alla vittoria finale.
Vuelta, giornata di vento
Dopo due tappe piuttosto monotone, la Vuelta Espana ha proposto per questo sesto giorno di gara un altro percorso che non sembrava promettere uno spettacolo pirotecnico prima del finale. Il tracciato si è snodato quasi interamente in pianura per arrivare nella Comunità Valenciana, con l’arrivo posto in cima ad una rampa di un paio di chilometri con pendenze sull’8-9%, l’Alto de Montana de Cullera.
La corsa è stata più veloce e movimentata del previsto, grazie al vento che ha soffiato trasversalmente in alcune sezioni del percorso.
Dopo qualche tentativo di fuga annullato, nelle fasi iniziali sono riusciti ad avvantaggiarsi Jetse Bol (Burgos BH), Ryan Gibbons (UAE), Magnus Cort Nielsen (EF), Bert Jan LIndeman (Qhubeka) e Joan Bou (Euskaltel).
Il gruppo ha perso circa sei minuti, poi la Bike Exchange di Matthews ha dato una scossa alla rincorsa chiarendo le ambizioni del corridore australiano. La tappa ha cambiato volto negli ultimi 50 km, quando il vento ha ispirato un’azione di Ineos e Movistar, che sono riuscite a spezzare il gruppo.
Quarta tappa alla Vuelta per Cort Nielsen
In queste fasi concitate sono rimasti indietro anche alcuni uomini di alta classifica, come Giulio Ciccone e Hugh Carthy, oltre alla maglia rossa Kenny Elissonde, apparso in grande difficoltà.
La situazione si è però calmata successivamente e molti dei corridori attardati sono riusciti a rientrare.
Il ritmo è tornato ad alzarsi nuovamente per una fiammata della Deceuninck e poi per la consueta battaglia in vista dell’imbocco della salita finale. I fuggitivi hanno preso l’ascesa verso Cullera ancora in testa, ma con il gruppo ormai ad una ventina di secondi. La Ineos ha fatto un forcing micidiale all’inizio della salita, riportandosi in scia ai battistrada, tra i quali Magnus Cort Nielsen si è dimostrato il più forte e brillante.
Il danese è stato sul punto di essere raggiunto, ma il gruppo ha poi rallentato vistosamente dandogli di nuovo spazio. Matthews ha allora cercato il tutto per tutto per non vanificare il lungo lavoro dei compagni.
Il corridore australiano è partito all’attacco, ma il finale si è rivelato un po’ troppo duro per lui. Da dietro è rinvenuto a doppia velocità Primoz Roglic, con Andrea Bagioli in scia. Il campione sloveno ha piazzato il suo classico cambio di ritmo, ideale per queste salite brevi e impegnative, ma è sembrato non voler infierire su Cort Nielsen. Nella esse finale Roglic non ha cercato il sorpasso, mantenendosi in scia al corridore della EF che è così andato a vincere la tappa, la quarta alla Vuelta Espana nella sua carriera.
Roglic ha tagliato il traguardo al secondo posto davanti a un convincente Bagioli, a Vlasov, Mas, Matthews e Bernal, che ha pagato 8’’ rispetto allo sloveno, più esplosivo di lui su un arrivo del genere.
Anche Valverde e Lopez hanno ben impressionato in una Movistar che si conferma molto forte in questa Vuelta. Non è stato particolarmente reattivo invece Giulio Ciccone: lo scalatore abruzzese non è riuscito a reagire agli scatti dei più forti ed è arrivato con 25’’ di ritardo, appena davanti a Fabio Aru e a Mikel Landa.
Il grande sconfitto di giornata è però soprattutto Huh Carthty, terzo un anno fa alla Vuelta Espana. Il britannico ha passato una tappa molto complicata, subendo il vento e staccandosi a più riprese, fino a concludere con tre minuti di distacco.
La nuova classifica generale vede Primoz Roglic di nuovo in maglia rossa davanti al tridente della Movistar composto da Mas, Lopez e Valverde. Ciccone è settimo e Aru è decimo.