Sulla salita di Oropa, luogo iconico della storia del ciclismo, Tadej Pogacar ha fatto valere ancora una volta la forza del numero uno. Il fuoriclasse sloveno ha vinto la seconda tappa del Giro d'Italia e indossato la sua prima maglia rosa con l'ennesimo show solitario. Dopo aver superato un piccolo inconveniente ai piedi della salita, una foratura che gli è costata una banale scivolata, Pogacar ha fatto lavorare la squadra ed imposto il suo attacco negli ultimi quattro chilometri. Il campione della UAE è così partito da solo, scavando un solco di una trentina di secondi sugli inseguitori, dove Dani Martinez e Geraint Thomas hanno conquistato le altre piazze sul podio di giornata.

Pogacar non ha però avvicinato il tempo record della scalata di Oropa fatto segnare da Marco Pantani nell'epica tappa del Giro 1999, quando il Pirata rimontò 49 corridori dopo essere rimasto attardato per un salto di catena.

Assolo di Pogacar negli ultimi 4 km

Dopo l'avvio di Torino con la prima maglia rosa di Jhonatan Narvaez, il Giro d'Italia è ripartito oggi per la seconda tappa con già un arrivo in salita impegnativo, quello al Santuario di Oropa.

La corsa ha visto cinque corridori, tutti italiani, partire in fuga nelle fasi iniziali: Andrea Piccolo, Martin Marcellusi, Filippo Fiorelli, Davide Bais e Cristian Scaroni. La Ineos di Narvaez ha guidato il gruppo per quasi tutta la tappa, con anche Ganna nelle vesti di gregario.

Piccolo è poi rimasto da solo al comando ma, nonostante un'azione di ottimo livello, non è riuscito a resistere al ritorno del gruppo, che a metà della salita finale di Oropa è andato a raggiungerlo.

La UAE ha preso le redini della corsa salendo verso Oropa, con Majka che ha fatto l'ultimo sforzo per lanciare l'atteso attacco di Tadej Pogacar. Il fuoriclasse sloveno è partito a quattro chilometri dall'arrivo e Ben O'Connor ha provato a resistergli. L'australiano ha però dovuto cedere, lasciando via libera all'irresistibile assolo di Pogacar e pagando poi lo sforzo nel finale.

Dietro al dominatore della corsa si è raggruppato un drappello con anche Dani Martinez, Geraint Thomas, Lorenzo Fortunato e Cian Uijtdebroeks, mentre Tiberi è rimasto staccato ed anche Bardet e Arensman hanno confermato le negative sensazioni lasciate dalla tappa di ieri.

Pogacar ha completato il suo show tra il tripudio della gente, andando a vincere sul traguardo iconico di Oropa. Martinez ha battuto allo sprint il gruppo inseguitore, a 27'', con Thomas, Fortunato e Lipowitz a seguire. O'Connor, rimasto staccato dopo il tentativo di resistere a Pogacar, ha perso un minuto, mentre Tiberi, grande speranza del Ciclismo italiano per la classifica generale, deve già rivedere le sue ambizioni al ribasso dopo aver perso due minuti e mezzo.

Bardet è arrivato a 1'20'', Arensman a 1'36''.

In classifica Pogacar ha 45'' su Thomas e Martinez, 54'' su Uijtdebroeks e Rubio.

Resiste il tempo di Pantani al Giro '99

La scalata vincente di Oropa è valsa a Tadej Pogacar la vittoria di tappa e la maglia rosa, ma non il record della salita. Il fuoriclasse sloveno ha completato l'ascesa in 17'30'', meglio del 17'40'' impiegato da Tom Dumoulin, vincitore qui nel Giro d'Italia 2017.

Il record della salita di Oropa resta però a Marco Pantani. Nella leggendaria tappa del 1999 il Pirata impiegò 17'04'' per salire ad Oropa.

Fu quella una delle imprese più incredibili della carriera di Pantani. Attardato da un salto di catena nelle fasi iniziali della salita, il campione romagnolo rimontò uno dopo l'altro tutti i corridori, ben 49, che lo precedevano, fino a raggiungere e staccare anche Laurent Jalabert ed involarsi verso la vittoria.