Il Giro d'Italia 2024 inizia con un colpo di scena, al termine di una tappa scoppiettante ed intensa. Tadej Pogacar, da tutti indicato come sicuro vincitore della tappa e del Giro, non è riuscito a mettere le mani sulla maglia rosa, battuto in un elettrizzante finale dall'ecuadoriano Jhonatan Narvaez. La UAE ha comandato la corsa per tutta la giornata, una strategia dispendiosa che ha scoperto la debolezza di una squadra schierata in una formazione non ideale. Nel finale Pogacar si è trovato isolato ed è stato attaccato prima dello strappo di San Vito, il punto chiave della corsa.

Lo sloveno ha poi rimontato, ma non è riuscito a scrollarsi di ruota Narvaez e Schachmann e nello sprint finale è finito solo terzo. Narvaez ha raccontato di aver sfruttato un errore del grande favorito della corsa. "Ha iniziato il suo sprint troppo da lontano, già ai duecento metri dopo una tappa così dura" ha dichiarato il corridore della Ineos.

'Questa vittoria è più grande'

Jhonatan Narvaez non è un nome nuovo nell'albo d'oro dei vincitori di tappa del Giro d'Italia, avendo già firmato la frazione di Cesenatico nell'edizione 2020, quella disputata in ottobre per l'emergenza sanitaria.

"Ma questa è una vittoria un po' più grande della prima" ha dichiarato Narvaez nell'immediato dopo corsa.

Il copione della tappa inaugurale del Giro d'Italia, la Venaria Reale-Torino, sembrava già scritto con il previsto attacco di Pogacar sullo strappo di San Vito e il suo volo verso la prima maglia rosa. Narvaez ha però raccontato di aver creduto di poter scrivere una storia diversa già nelle scorse settimane.

"Questa è una sensazione fantastica. Un mese fa ne abbiamo discusso ampiamente all’interno del team: questa era davvero la mia tappa. Ho lavorato duramente per raggiungere questo obiettivo. Seguire in salita il miglior corridore del gruppo è stato davvero difficile. Per questo è una vittoria davvero speciale. È stata davvero dura seguire Pogacar, ma ce l'ho fatta" ha dichiarato Jhonatan Narvaez al termine della corsa.

Dopo aver resistito agli attacchi di Pogacar in salita, Narvaez è stato freddo e attento nella preparazione dello sprint finale, dove ha sfruttato anche un po' di impazienza del fuoriclasse sloveno. "Penso che abbia semplicemente sprintato da troppo lontano. Già ai duecento metri, dopo una tappa così dura. io volevo fare uno sprint corto e questo mi ha dato la vittoria. È fantastico. Ieri ho parlato con il direttore sportivo della possibilità di prendere la maglia rosa. Questa era la mia occasione, perché non si iniziava con una tappa che non era né uno sprint né una cronometro" ha concluso Jhonatan Narvaez.

La cronaca della corsa, fuga iniziale a sei

Nelle fasi iniziali è partita la classica fuga da lontano, con diversi corridori di squadre Professional.

A comporla sono stati Lilian Calmejane, Filippo Fiorelli, Louis Barrè, Amanuel Ghebreigzabhier, Nicolas Debeaumarchè e Andrea Pietrobon. Il sestetto ha conquistato circa tre minuti di vantaggio per poi selezionarsi e lasciare al comando i soli Calmejane e Ghebreigzabhier.

La UAE Emirates ha subito preso la testa del gruppo per comandare l'inseguimento e chiarire le ambizioni di Tadej Pogacar per questa giornata inaugurale del Giro d'Italia. Nel secondo passaggio dalla salita del Colle Maddalena, Calmejane è rimasto tutto solo al comando, mentre Pogacar ha dato intensità all'azione del gruppo con l'ultimo dei gregari a sua disposizione, Rafal Majka. Il ritmo dello scalatore polacco ha imposto una netta selezione che ha fatto vittime illustri come Thymen Arensman, numero due della Ineos, e Romain Bardet, capitano della DSM e candidato al podio finale.

Calmejane ha scollinato con pochi secondi di vantaggio, e nel successivo tratto verso lo strappo di San Vito si sono susseguiti gli scatti dal gruppo. Vedendo Pogacar quasi isolato, molti corridori hanno provato ad anticipare il suo prevedibile scatto sullo strappo finale. Si è così formato un gruppetto con anche Nicola Conci, Max Schachmann, Damiano Caruso e Giulio Pellizzari, che è andato a riprendere Calmejane. Conci ha poi allungato tutto solo, mentre Pogacar ha dovuto chiedere un ultimo sforzo a Majka. Il gruppo ormai ridotto ad una trentina di corridori ha iniziato lo strappo di San Vito, ultima difficoltà di giornata, con circa quaranta secondi di ritardo, e la situazione ha costretto Pogacar a scattare subito.

Lo sloveno ha piazzato una serie di attacchi in sequenza, ma non è apparso così devastante come in altre occasioni. Jhonatan Narvaez è riuscito a resistere a tutte le sue sfuriate, risalendo con lui tutta la fila dei battistrada fino a superare anche Conci. Anche l'ultimo tentativo di scrollarsi di dosso l'ecuadoriano è andato a vuoto e così Pogacar e Narvaez hanno scollinato insieme, per poi essere raggiunti dal redivivo Schachmann in discesa. Il finale è stato elettrizzante, con Schachmann che ha provato ad anticipare tutti portando Pogacar ad aprire lo sprint un po' troppo presto. Lo sloveno è così stato infilato da Narvaez, che ha vinto la tappa e si è vestito di rosa, mentre Pogacar è stato superato anche da Schachmann. Il gruppetto inseguitore con Geraint Thomas, Ganna, Caruso, Uijtdebroeks e O'Connor è arrivato a 10''. Bardet ha perso quasi un minuto, Arensman 2'17''.