La settimana dei Mondiali di Zurigo ha lasciato degli interrogativi angosciosi nel mondo del ciclismo. La corsa riservata alla categoria juniores femminile è stata funestata dalla tragica caduta di Muriel Furrer, 18enne svizzera che ha perso la vita. La ragazza elvetica sarebbe uscita di strada in un tratto in discesa, sotto la pioggia e lontano dalle telecamere. Furrer era da sola, in un tratto senza spettatori e per questo non ci sono testimonianze, immagini e certezze sull'incidente.

Secondo la sommaria ricostruzione emersa faticosamente fin qui, la ragazza sarebbe finita in mezzo alla boscaglia e solo al termine della corsa, dopo oltre un'ora, qualcuno si sarebbe accorto di quanto accaduto ed avrebbe allertato i soccorsi. Furrer è stata quindi portata in ospedale, ma è morta il giorno dopo a causa delle gravi ferite alla testa riportate. L'incidente ha provocato molte reazioni nel mondo del Ciclismo, che al di là dell'onda emotiva per la tragedia hanno cercato di trovare delle soluzioni per garantire più sicurezza in corsa. Secondo il belga Tiesj Benoot e il suo Team manager Richard Plugge, il divieto di collegamento radio tra corridore e ammiraglia imposto dall'Uci ai Mondiali di ciclismo è anacronistico e pericoloso.

"Forse Furrer poteva chiedere aiuto, si può salvare una vita umana con la tecnologia e ne vale sempre la pena" ha sostenuto Benoot.

Benoot: 'Ci sono cose più importanti dello spettacolo'

L'uso degli auricolari per il collegamento radio tra i corridori e le rispettive ammiraglie al seguito è consentito in tutte le corse del ciclismo professionistico, ma non ad Olimpiadi e Mondiali. L'Uci ha imposto il divieto ritenendo di rendere queste corse più spettacolari ed imprevedibili, ma corridori e tecnici si sono sempre schierati contro la regola, soprattutto per motivi di sicurezza. Con gli auricolari i corridori hanno costantemente le indicazioni sulla situazione di corsa e su quali pericoli stanno per affrontare, come discese, strettoie o ostacoli vari della viabilità ordinaria.

Secondo Tiesj Benoot, con gli auricolari, ma anche utilizzando altre novità tecnologiche, Muriel Furrer sarebbe stata localizzata velocemente e forse questo sarebbe stato decisivo per salvarle la vita. "Lo spettacolo non può avere la precedenza, alcune cose sono molto più importanti. Nel caso di Muriel Furrer, forse con gli auricolari avrebbe potuto chiedere aiuto, forse altri corridori avrebbero potuto avvertire che era successo qualcosa. Tutto ciò non era possibile non essendoci gli auricolari. Si poteva salvare una vita umana usando la tecnologia e ne vale sempre la pena al di là di alcuni svantaggi che questa potrebbe comportare" ha dichiarato Benoot a Het Laatste Nieuws.

Benoot ha parlato anche di un dispositivo che serve a segnalare le cadute.

"Ho già verificato che funziona bene. Una volta, in allenamento, ci siamo fermati per un caffè e abbiamo appoggiato le nostre bici ad un muro. Una di quelle bici è caduta ed è partito immediatamente un segnale di allarme" ha testimoniato Benoot.

'L'Uci è molto indietro'

Anche Richard Plugge, team manager della Visma Lease a Bike, ha criticato l'Uci per il divieto degli auricolari ai Mondiali di ciclismo. "Le innovazioni normalmente dovrebbero essere introdotte ai Mondiali, invece noi torniamo improvvisamente indietro di venti o trent'anni, pedalando senza auricolari. L'Uci continua ad essere molto indietro" ha dichiarato Plugge a Het Nieuwsblad.

Secondo Plugge, gli auricolari sono essenziali per la sicurezza durante le corse di ciclismo.

"Si possono informare i corridori sui punti più pericolosi e quando succede qualcosa, mentre loro possono dire se ci sono state delle cadute. È una forma di comunicazione e nelle situazioni di emergenza vuoi sempre essere in grado di comunicare. Non dovresti vietarlo" ha commentato Plugge.