Per festeggiare il traguardo volante del suoi primi quarant'anni, tagliato ieri giovedì 14 novembre, Vincenzo Nibali si è regalato anche un curioso ritorno in mezzo al gruppo. Chiusa la carriera a fine 2022, l'ex campione messinese si è mescolato ai compagni di tante corse, da Cavendish a Froome, per partecipare al Criterium di Singapore. La gara è una specie di esibizione, organizzata dalla società del Tour de France per promuovere il ciclismo in mercato nuovi. Insieme ai tanti campioni in attività, ASO ha invitato anche Nibali, che ha inforcato la sua Scott ed è tornato per un giorno a vestire i panni del corridore.

Appena rientrato in Italia, l'ex campione ha poi raccontato la sua esperienza a Repubblica, in un'intervista in cui ha celebrato il compleanno e commentato vari temi del Ciclismo attuale. Nibali ha spiegato che la straordinaria crescita delle prestazioni a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi è dovuta principalmente all'evoluzione tecnologica delle biciclette, un fattore che ha constatato personalmente anche ora che non è più un professionista. "In pedalate senza pretese, oggi faccio i 36 di media, quattro anni fa facevo 32", ha dichiarato Nibali.

'Il ciclismo è in difficoltà, noi abbiamo il calcio come primo sport'

Vincenzo Nibali ha vissuto una piacevole giornata a Singapore per questo estemporaneo ritorno in gruppo, e nonostante i due anni passati dal ritiro si è ben difeso al cospetto di chi pedala ancora per professione.

"Una Ferrari con un po' di polvere sopra è sempre una Ferrari", ha scherzato l'ex campione, che ha dichiarato di percorrere ancora circa 15.000 chilometri all'anno in bicicletta, la metà rispetto a quando era un professionista.

Nibali ha poi parlato delle difficoltà del ciclismo italiano, che aspetta ancora di trovare un suo erede in grado di lottare per vincere i grandi giri.

L'ex campione ha sottolineato come in Italia non ci siano grandi sponsor in grado di investire le cifre necessarie a mettere su una squadra World Tour di alto livello. "Si potrebbe chiedere una mano allo Stato, ma noi abbiamo il calcio come primo sport", ha commentato Nibali, che si è detto piacevolmente colpito dal recente ingresso di grandi gruppi stranieri come la RedBull.

Nibali: 'In pochi anni si è creata una differenza enorme'

Il vincitore della tripla corona ha analizzato la rapida evoluzione che sta vivendo il ciclismo professionistico negli ultimi anni. Le prestazioni sono cresciute anno dopo anno, ed hanno portato anche ad una nuova concezione strategica delle corse. Secondo Vincenzo Nibali, questo è dovuto principalmente alle biciclette, che adesso permettono di raggiungere un livello inimmaginabile solo una generazione fa.

"Quando correvo io si andava forte nella prima e nell'ultima ora. Adesso vanno forte sempre. Le bici lo permettono. Me ne accorgo nei miei giretti. In pedalate senza pretese faccio i 36 di media, quattro anni fa facevo 32. È una differenza enorme", ha commentato Nibali.