Quando bisogna pagare un’imposta c’è sempre una certa resistenza a procedere al versamento di quanto dovuto. Ma se mettersi a posto con il Fisco è un atto doveroso a volte però il versamento dell’imposta presso uno sportello bancario o postale può dar vita a non pochi problemi. Può capitare infatti di recarsi presso la Banca o la Posta più vicina al posto di lavoro o alla propria abitazione e inaspettatamente trovarsi di fronte ad una situazione imprevista: la chiusura degli sportelli degli istituti di credito e postali a causa di uno sciopero.
Ebbene in tali casi l’impedimento a provvedere tempestivamente all’adempimento dell'obbligazione tributaria può giustificare il ritardo del contribuente nel versamento l’imposta dovuta?
La giurisprudenza sul punto è sempre stata molto cauta perché è facile scivolare nell’errore di confondere un impedimento davvero inevitabile e imprevedibile con uno a cui si sarebbe potuto rimediare tranquillamente in altro modo. La giurisprudenza circoscrive quindi in modo dettagliato le ipotesi in cui di può effettivamente invocare il caso fortuito o la forza maggiore proprio per evitare che il contribuente un po’ troppo restio a saldare un debito tributario, si serva addirittura dell’imprevisto come scusa per non avere potuto provvedere al pagamento delle tasse.
La Cassazione di recente si è trovata alle prese con un caso in cui un contribuente proprio per via di uno sciopero aziendale in banca ha adempiuto con ritardo all’adempimento fiscale. (Corte di Cass. ordinanza n. 23822 del 20.11.2015)
Tardivo versamento dell’imposta per via dello sciopero bancario
Il contribuente ha giustificato il suo ritardo nel versamento dell’imposta invocando il ‘legittimo affidamento’ cioè la certezza di trovare aperta la banca anche il giorno dello sciopero, ritenendo dunque come lo sciopero doveva considerarsi un evento concretamente non prevedibile. I giudici di merito però gli fanno notare come in realtà egli non ha dimostrato effettivamente di non aver avuto conoscenza nei giorni precedenti dello sciopero bancario che gli ha reso impossibile il tempestivo pagamento dell'imposta.
Gli eruditi del diritto hanno inoltre sottolineato come che egli avrebbe potuto versare l'imposta qualche giorno prima della scadenza. Il fatto di avere aspettato l'ultimo giorno utile ha dato luogo ad un ulteriore aggravante nei suoi confronti: cioè l’essersi comportato in maniera negligente e dunque essere stato lui la causa del ritardo con cui ha provveduto all’obbligo fiscale. Il contribuente non ci sta e si rivolge alla Corte di Cassazione, che però gli dà torto.
Insufficiente attenzione del contribuente: conseguenze
A nulla sono valse le sue doglianze perché anche i giudici di legittimità hanno dichiarato che egli in concreto non ha provato la forza maggiore e il caso fortuito che avrebbero potuto giustificare il suo ritardo.
I giudici di legittimità escludono dunque l’inevitabilità e l’imprevedibilità dell’impedimento evidenziando come il fatto che si trattasse di uno "sciopero aziendale" (sciopero quindi non esteso all’intero settore creditizio) ha depotenziato le difese del contribuente proprio perché la chiusura solo di alcuni sportelli bancari (per effetto della natura limitata dello scipero) avrebbe consentito al ricorrente di avvalersi di altri sportelli al fine di portare a compimento l’operazione di versamento. Con la coseguenza che Il contribuente dovrà pagare una sanzione per aver ritardato un solo giorno il versamento dell’imposta.