A partire dal 15 aprile al 23 luglio 2017, i contribuenti italiani chiamati a presentare la dichiarazione dei redditi per l’anno di imposta 2017 potranno iniziare a presentare il modello 730. Poi sarà la volta del modello Redditi PF (ex UNICO PF) che di norma va presentato entro 9 mesi dalla scadenza dell’anno di imposta. Un capitolo importante di queste dichiarazioni reddituali che servono agli italiani per dichiarare i propri redditi al Fisco sono le detrazioni di imposta. Non parliamo degli oneri deducibili e detraibili, cioè della possibilità di scaricare dal reddito il costo sostenuto per determinate spese, ma di detrazioni fisse, quelle collegate alla tipologia di famiglia o di condizione lavorativa.
Il pensionato, colui che per esempio, percepisce una pensione INPS ha diritto a delle detrazioni fiscali che abbattono le imposte da versare, quindi IRPEF e addizionali. Per il 2017, le detrazioni loro spettanti hanno subito dei cambiamenti. Ecco tutte le novità in materia e che impatto avranno sulle dichiarazioni dei redditi.
Modifiche dal 1° gennaio
Fino al 2016, i pensionati con età anagrafica pari o superiore a 75 anni godevano di un trattamento migliore dei loro colleghi più “giovani”, dal punto di vista delle detrazioni fiscali spettanti. Dal 1° gennaio invece, anche i pensionati sotto i 75 anni saranno equiparati agli altri. Inoltre, le detrazioni per tutti, hanno subito ritocchi migliorativi come importi.
Per pensionati con redditi di pensione fino ad 8.000 euro, la detrazione spettante è di 1.880 euro. Fino all’anno scorso la soglia di reddito era di 7.750 euro e la detrazione di 1.783 euro. Per redditi superiori ad 8.000 euro, ma entro i 15.000 invece, la detrazione spettante è di 1.297 euro al quale aggiungere il risultato del prodotto tra 583 ed il risultato della differenza tra 15.000 euro ed il proprio reddito, diviso 7.000.
Lo stesso meccanismo si applica a redditi ancora superiori a 15.000 euro.
No tax area, quando può essere un problema
In riferimento alle dichiarazioni dei redditi, le detrazioni per redditi di pensione, così come quelle per lavoro dipendente, non fanno altro che azzerare l’IRPEF dovuta alla fonte, cioè già nella Certificazione Unica rilasciata dall’INPS e disponibile nel proprio cassetto fiscale.
In pratica, i soldi che il pensionato percepisce di pensione, come succede per i lavoratori in busta paga, sono già al netto delle trattenute. Se il pensionato ha solo redditi di pensione, sarà facile verificare come l’importo dell’IRPEF dovuta in base agli scaglioni dove si rientra ed in base alla aliquota da applicare, sarà la medesima già inserita nelle CU. Diverso il caso in cui i redditi del soggetto dichiarante non siano solo quelli erogati dall’INPS. In questo caso, aumentando il reddito, aumenterà l’IRPEF dovuta e la detrazione per redditi di pensione non basterà a saldare quella dovuta. In questo caso, il pensionato dovrà versare la differenza, a meno che non abbia spese sanitarie, mutui o altri oneri da scaricare.
L’ultima Legge di Bilancio, oltre ad aumentare le detrazioni spettanti, ha esteso la no tax area, cioè la soglia di reddito fino alla quale, nessuna imposta è dovuta. La novità per molti pensionati si tramuterà nell’impossibilità di detrarre le spese relative agli oneri detraibili, perché è evidente che se non esiste imposta trattenuta sulla pensione, non è possibile scaricare dal reddito quanto speso, per esempio, dal dentista.