Dopo tre anni il bollo auto non va più pagato. Ma Equitalia sembra non saperlo e continua a perseverare nell’invio di cartelle e richieste di accertamento, anche se il diritto a riscuotere il dovuto è da considerarsi prescritto.
Bollo auto: le cartelle per il 2013
E come si suol dire, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, visto che da gennaio sta arrivando una nuova infornata di cartelle esattoriali maggiorate da interessi e sanzioni che fanno riferimento al mancato pagamento del bollo auto del 2013. A ribadire il concetto che non vanno pagate, è anche l’Unione nazionale consumatori per voce dell’avvocato Valentina Greco, legale dell’associazione, che in quest’ultimo periodo è subissata dalle richieste di chiarimenti da parte degli automobilisti.
«È sempre la stessa storia - ha dichiarato Greco a "Il Messaggero" - Equitalia continua a mandare cartelle ed avvisi di accertamento anche quando il diritto alla riscossione è ormai prescritto». Nel dubbio, per chi ha poca memoria o non trova più la ricevuta del versamento, è comunque sempre possibile verificare se il bollo auto sia stato pagato, collegandosi al sito internet dell’Aci o a quello dell’Agenzia delle entrate nel caso si risieda in Friuli Venezia Giulia, nelle Marche, in Sardegna, in Sicilia o in Valle d'Aosta.
Bollo auto: va fatto sempre ricorso
In caso si riceva la cartella con la richiesta di pagamento, però non la si può cestinare. E per uscire dalla grana bisogna fare ricorso e chiedere l’annullamento dell’intero importo indicato, che di solito prevede una sanzione che fa salire il costo del bollo del 30% a cui si sommano gli interessi a decorrere dalla data in cui andava versato.
Il primo passo è presentare una richiesta di annullamento della sanzione in carta libera, indirizzata all’amministrazione che ha emesso la comunicazione o all’Agenzia delle Entrate; ma se non si ottiene una risposta, entro 60 giorni bisogna fare ricorso alla Commissione Tributaria della Provincia di competenza per ottenere in quella sede l'annullamento della cartella.