Sono quasi 63.000 gli utenti italiani che avranno diritto al rimborso IMU: lo ha comunicato il Dipartimento delle Finanze con una propria nota diramata lo scorso 30 marzo 2017. Nello specifico si tratta della procedura di riversamento, rimborso e regolazioni contabili inerenti ai tributi locali per la quota spettante allo Stato, in base a quanto disposto dalla legge di Stabilità 2014 ed esclusivamente in merito all'imposta municipale unica. La disciplina dei rimborsi, più in generale, riguarda oltre quelli dell'IMU anche la maggiorazione standard del tributo comunale per il servizio dei rifiuti (TARES) ma anche l'IMI e l'IMIS previste queste ultime solo nelle province di Bolzano e Trento.
Rimborso IMU, a quanto ammonta e come chiederlo
Il Dipartimento delle Finanze ha specificatamente comunicato che sono in fase di accreditamento le somme destinate ai rimborsi IMU nei confronti di quei cittadini che abbiano già provveduto a comunicare ai competenti uffici comunali le proprie coordinate bancarie. Al momento sono 62.908 gli utenti interessati per un importo complessivo, relativo appunto ai rimborsi, che si assesta a 19 milioni e 850mila euro. Il che vuol dire che per ogni cittadino è previsto un rimborso di circa 300 euro. Per ottenere il rimborso è necessario che i soggetti interessati provvedano a comunicare al proprio Comune di residenza le coordinate bancarie sulle quali potranno essere accreditate le somme o, comunque, per essere inseriti nella procedura di liquidazione che l'Ente verserà loro appena si verificheranno le condizioni.
IMU, come nasce il rimborso
La controversia sul rimborso dell'IMU pare giunta ad una conclusione. Tutto nasce dal carattere 'ibrido' dell'imposta che mentre nel nome rappresenta una tassa municipale in realtà dalla fine del 2011 è servita per implementare le casse dello Stato e non certo quelle dei comuni. Con la conseguenza che dal 2012 in poi l'imposta è stata più volta 'sdoppiata': prima è stata prevista l'aliquota del 3,8 per mille a carico di proprietari di seconde case, capannoni e così via con tutto ciò che non rappresentava abitazione principale; dal 2013 ai Comuni è stata lasciata l'entrata derivante dalle seconde case ma allo Stato veniva girata l'imposta su negozi, centri commerciali e locali commerciali.
Così via fino ad arrivare alla comunicazione attuale, datata 30 marzo 2017, con la quale il Dipartimento delle Finanze annuncia finalmente la restituzione a circa 63.000 utenti della somma pari a 300 euro che equivale alla somma statale. Gli accrediti, a quanto pare, stanno arrivando e il Dipartimento delle Finanze addirittura ha iniziato a sollecitare gli utenti affinché comunichino in tempi rapidi le proprie coordinate bancarie ai Comuni di residenza.