Il varo della nuova Legge di Bilancio per il 2019 potrebbe portare all'introduzione di una mini flat tax per i redditi fino a 80 mila euro.
Questo, però, potrebbe avere dei riflessi positivi anche sugli scaglioni dell'Irpef, l'imposta sul reddito delle persone fisiche che tutti, indipendentemente dal fatto che siano artigiani, professionisti o dipendenti pubblici o privati sono tenuti a pagare.
Nelle intenzioni del Governo, infatti, c'era la volontà, almeno inizialmente, di estendere la riforma fiscale della flat tax a tutti, ma la realtà è che le risorse a disposizione sono limitate. Quindi si sarebbe virato su una mini flat tax, come anticipato anche su queste colonne, e, nello stesso tempo, intervenire sugli scaglioni Irpef in un ottica di semplificazione e di riduzione delle Tasse.
Le probabili modifiche agli scaglioni Irpef
Secondo quanto trapela dalle stanze ministeriali l'ipotesi di riduzione degli scaglioni a cui starebbe lavorando il Governo guidato da Giuseppe Conte sarebbe un passaggio da cinque a tre scaglioni complessivi.
Gli scaglioni ipotizzati sarebbero i seguenti. Per i redditi fino a 28 mila euro un aliquota variabile tra il 15% e il 25%. Per i redditi compresi tra 28 mila e 75 mila euro l'aliquota potrebbe essere fissata tra il 26% e il 35%. Mentre per tutti i redditi superiori ai 75 mila euro il nuovo scaglione Irpef dovrebbe essere fissato al 43%. Per ora il Governo starebbe valutando gli effetti economici di questa ipotesi di lavoro. Di conseguenza, anche se si tratta dell'ipotesi più probabile di modifica per il momento va presa come tale. In effetti, questa ipotesi, però, ricalca quanto proposto in campagna elettorale dal M5S prima della firma del Contratto del Governo del Cambiamento con la Lega di Matteo Salvini .
Infatti, il M5S proponeva tre scaglioni molto vicini in termini percentuali e di reddito rispetto a quelli indicati sopra con una no tax area fissata sui 10 mila euro. Certamente prima che la nuova Legge di Bilancio per il 2019 introduca queste modifiche andranno valutati anche gli eventuali effetti sperequativi nei confronti dei redditi più bassi.
Le altre possibili modifiche
Per poter realizzare il piano di riforme il Governo vorrebbe unire alla mini flat tax e alla riduzione degli scaglioni Irpef anche una rimodulazione della foresta di detrazioni e deduzioni fiscali di cui è pieno il nostro sistema impositivo. Ma anche qui, i tecnici devono effettuare una attenta riflessione. Infatti, almeno il 75% della popolazione italiana usufruisce di qualche agevolazione.
In quest'ottica, quindi, si starebbe ragionando, innanzitutto, su una riduzione dall'attuale 19% di detrazione Irpef ad un più modesto 15% per tutti i tipi di tax expenditures.
L'altra opzione, molto più drastica e impopolare, sarebbe l'abolizione della stragrande maggioranza dei bonus fiscali. Considerando che, secondo una rilevazione della Corte dei Conti, ve ne sarebbero in vigore almeno 700 e che se ne potrebbero abolire, senza particolari difficoltà normative, almeno 460, stiamo parlando di una notevole potatura.
Infine, ricordiamo anche la probabile modifica del bonus Renzi. Negli intendimenti del Governo gli 80 euro non verrebbero più accreditati sulla busta paga dei singoli contribuenti - lavoratori, ma verrebbero strutturalmente ridotte le ritenute fiscali per un importo massimo complessivo di 960 euro annui a seconda del reddito.