Stanno per arrivare gli atti più importanti e forse più attesi dell’esecutivo Conte. Il primo appuntamento è con la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanze (DEF) in arrivo a fine settembre. Poi si passerà alla stesura della manovre finanziaria, con gli atti ad essa collegati tra cui l’importante Decreto Fiscale. Quest’ultimo atto è quello che negli ultimi anni ha prodotto la nascita delle cosiddette rottamazioni delle cartelle, quei provvedimenti con cui gli ultimi governi PD hanno cercato di fare cassa offrendo la possibilità ai contribuenti con debiti fiscali di sanare la posizione con lauti sconti.
Adesso il governo Conte sembra intenzionato a varare un provvedimento di questo genere, cioè un’altra specie di sanatoria. Ecco le ultime indiscrezioni che trapelano dalle stanze del governo su quel provvedimento che dovrebbe portare il nome di “Pace Fiscale”.
Le pendenze degli italiani con il Fisco
Secondo quando scritto dalla redazione economica del Corriere della Sera con un articolo di ieri 9 settembre, l'esecutivo con la Pace Fiscale punta ad un incasso di circa 3,5 miliardi di euro. Con questo strumento l’esecutivo vorrebbe mettere le mani su parte dei crediti che il Fisco vanta nei confronti dei contribuenti.
Infatti, stando ai numeri del quotidiano, i crediti vantati dal nostro Fisco nei confronti dei contribuenti sono pari ad 871 miliardi. Di questi tra inesigibili e difficilmente esigibili, si potrà cercare il recupero solo su 147 miliardi. Con l’ancora ipotetico provvedimento, un soggetto indebitato, piuttosto che una famiglia o impresa indebitata, potrà saldare la pendenza pagando in misura ridotta rispetto all’importo iscritto a ruolo.
Se il provvedimento ormai sembra certo, come volontà di inserirlo in manovra, il suo funzionamento va ancora approntato. Sul meccanismo infatti i due schieramenti che sono al governo, cioè Lega e Movimento 5 Stelle, stanno discutendo da tempo. Il partito di Matteo Salvini spinge per una sanatoria radicale con un saldo e stralcio delle posizioni debitorie offrendo ai contribuenti la possibilità di sanare la situazione versando solo il 10% di quanto dovuto.
Più che una sanatoria, i critici verso la posizione del Carroccio considerano l’ipotesi un condono mascherato da rottamazione delle cartelle. Una rottamazione che sembra troppo generosa anche al partito dell’altro Vice Premier Luigi Di Maio. Il Movimento 5 Stelle infatti sembra più propenso ad aumentare quanto richiesto a chi vorrà aderire alla nuova sanatoria, almeno al 15% dell’ammontare dei debiti dovuti.
Ipotesi rottamazione diversificata per contribuente
Non è solo l’entità degli sconti ad essere argomento di trattazione in seno alla maggioranza. Anche la struttura tecnica del provvedimento va limata in base a questa approfondita discussione. Come funziona la Pace Fiscale? Un ipotesi infatti spinge verso una rottamazione diversificata in base all’entità della cifra dovuta dal contribuente ed in funzione di reddito e patrimonio del soggetto interessato.
Questo perché secondo alcuni, bisogna distinguere tra chi si è trovato nella condizione di non poter onorare le pendenze fiscali a suo carico, per oggettive situazioni di difficoltà reddituali e chi invece ha provato ad evadere il Fisco pur potendo pagare.
Una prima ipotesi di come potrebbe nascere la misura è quella che per le cartelle esattoriali emesse dal 2000 al 2014, si dividerebbero i debitori in tre scaglioni in base al loro reddito. Per queste cartelle, che di importo devono essere sotto la soglia dei 200.000 euro, verrebbe offerta la possibilità di saldare tutto pagando solo il 6%, il 10% o il 25% proprio in base al reddito dei contribuenti. Il Viceministro Siri, con il suo collega Garavaglia (entrambi in forza alla Lega) e con il sottosegretario Bitonci, stanno per produrre lo schema di funzionamento della misura.
Proprio il Viceministro Siri, intervistato sul Corriere della Sera ha iniziato ad annunciare alcune basi relative al provvedimento. Secondo l’intervistato, si lavora verso una misura che potrebbe portare l’esecutivo ad incassare anche buona parte degli oltre 700 miliardi di crediti vantati dal Fisco che oggi sono contrassegnati come inesigibili o di difficile incasso. Infatti secondo Siri, questi crediti sono inesigibili per le condizioni in cui si trovano oggi. Offrire a soggetti che oggi sono costretti ad essere fantasmi per il Fisco, a non poter avere intestato nemmeno una automobile o un conto corrente, un forte sconto sul debito, potrebbe persuadere questi stessi soggetti a chiedere di azzerare la situazione.