La "Summer School" di Confartigianato è stata il teatro di alcune dichiarazioni molto importanti del ministro dell'Economia Giovanni Tria su quelle che potrebbero essere le prossime novità che verranno introdotte nella nuova Legge di Bilancio 2019. Il ministro ha infatti dichiarato apertamente di essere molto favorevole ad un accorpamento o anche ad una riduzione delle aliquote Irpef.

Comunque, dato che il ministro è persona molto attenta alle dichiarazioni e alle conseguenze delle stesse dal punto di vista dei mercati internazionali, ha subito precisato che nonostante sia necessario trovare degli adeguati spazi per partire con le riforme questo accorpamento o riduzione deve essere effettuato nel quadro più ampio del rispetto dei vincoli di bilancio e, comunque, in modo graduale.

La partenza della flat tax

Tria inoltre ha aggiunto che se esiste la volontà politica di effettuare questo tipo di scelte, per lui sono pienamente fattibili. Occorre però ribadire che non sarà possibile realizzare tutto subito: ad esempio, parlando di una delle riforme cardine della maggioranza M5S - Lega, cioè la flat tax, fa capire che occorrerà del tempo per realizzarla pienamente.

Anche perché la copertura finanziaria della tassa piatta dovrebbe venire, principalmente, dal riordino e dalla parziale abolizione delle tax expenditures, cioè la selva di detrazioni e deduzioni fiscali in vigore nel nostro Paese e sfruttate da almeno il 75% della popolazione italiana. E questo è il motivo per cui Tria ha definito il percorso di riforma del sistema delle aliquote fiscali complesso.

Il reddito di cittadinanza

Tria ha parlato anche del reddito di cittadinanza davanti alla platea di Confartigianato, confermando che sia fattibile ma precisando che tutto dipende da "come lo si vuole disegnare", anche perché le questioni che si intersecano con la riforma cardine del M5S sono molte. E, ribadisce, occorre declinarle nel modo corretto.

Tria, entrando maggiormente nel dettaglio, avrebbe fatto riferimento al costo addizionale necessario per portare a casa la riforma del reddito di cittadinanza, dicendo che non si tratta solo di trovare i fondi necessari. Ma questa riforma deve servire da volano per la crescita economica dell'intero Paese in modo che non vengano favoriti comportamenti disincentivanti.

Il nodo del debito pubblico

Tria, giustamente, ha in mente uno dei problemi principali del nostro sistema economico, cioè il debito pubblico, e davanti all'assise di Confartigianato non si nasconde dietro un dito. Anzi rivendica il fatto di essere giunti ad una stabilizzazione del debito e che ora il lavoro che spetta al governo è quello di iniziare un percorso di graduale discesa del debito.

Quest'anno, secondo il titolare dell'Economia e delle Finanze, la correzione dovrebbe attestarsi sullo 0,1% e si punta a cercare di ottenere un leggero miglioramento strutturale.

A questo riguardo Tria chiarisce che sarebbe inutile impuntarsi a voler sforare il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil se poi le risorse aggiuntive così trovate verranno erose dalla crescita dello spread. Non per niente, in questo momento i tecnici del Ministero dell'Economia starebbero valutando la possibilità di creare un nuovo strumento per investire in BTP, denominato CIR, che servirebbe proprio per stabilizzare il debito.

Ricordando che il Governo M5S - Lega presenterà la nota di aggiornamento al Def il prossimo 27 settembre 2018, il ministro ha dichiarato di essere consapevole della situazione delle PMI e degli artigiani soffocati dalle Tasse e ha affermato che esistono gli spazi per poter abbassare la pressione fiscale.

Ma per poter far questo, secondo la visione di Tria, devono ripartire gli investimenti pubblici e privati, che saranno il cuore della nuova manovra economica. Di conseguenza, il ministro si dichiara favorevole alle grandi opere come la Tav e Tap, poi ha definito la Cassa Depositi e Prestiti il nostro fondo sovrano sui generis. Quindi si dovrebbe muovere in una logica economica e dovrebbe rimanere libera da condizionamenti di ogni tipo.