Questa volta è stata la Ragioneria dello Stato ad evidenziare delle serie problematiche per quanto riguarda il Decreto Fiscale approvato dal Governo M5S - Lega. E non solo. Il problema sarebbe sostanziale. Infatti, dopo la cancellazione, dal pacchetto della cosiddetta Pace Fiscale, della norma che consentiva di chiudere la partita con il Fisco pagando esclusivamente un 20% sulle somme guadagnate ma non dichiarate dal contribuente- debitore negli ultimi cinque anni, ora sembrerebbe che le coperture finanziarie per il cosiddetto saldo e stralcio delle cartelle esattoriali siano insufficienti.

E oggi, come fa notare il quotidiano romano Il Messaggero inizia l'esame di circa 580 emendamenti da parte della Commissione Finanze del Senato.

Cosa dovrebbe sicuramente esserci

Cerchiamo di focalizzare, innanzitutto, cosa dovrebbe essere sicuramente incluso nella Pace Fiscale ad oggi. La strada dovrebbe essere ormai spianata per quanto riguarda l'inclusione nella sanatoria fiscale dei cosiddetti avvisi bonari e anche per l'emendamento che prevede la possibilità di sanare eventuali irregolarità formali commesse fino alla data del 24 ottobre 2018, a condizione che non coincidano sul calcolo dell'imponibile per imposte dirette, Iva e Irap.

Per regolarizzare la propria posizione, basterà effettuare il pagamento di 200 euro per ogni periodo di imposta a cui si riferisce la violazione. I versamenti potranno essere effettuati nel corso del 2019 e del 2020.

Lo sconto sulle cartelle che potrebbe saltare

La Lega di Matteo Salvini starebbe spingendo per l'introduzione del saldo e stralcio delle cartelle, ma la Ragioneria dello Stato avrebbe sollevato perplessità per quanto riguarda le possibili entrate fiscali di cui si teme una sensibile riduzione. La misura, ideata dal sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri prevedeva la sanatoria delle pendente con il Fisco sulla base di tre aliquote differenti, 6%, 10% e 25%, da coordinare con un Isee non superiore ai 30.000 euro.

Ma date le presunte difficoltà, secondo un'indiscrezione pubblicata dal quotidiano romano Il Messaggero, il Governo giallo-verde potrebbe anche decidere di rinunciare del tutto all'operazione.

Le perplessità di Boeri su Quota 100

Per quanto riguarda la riforma previdenziale del Governo M5S - Lega, il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, avrebbe manifestato notevoli perplessità circa la sua reale fattibilità. Infatti, non solo gli stanziamenti programmati (6,7 miliardi di euro nel 2019 e 7 miliardi di euro dal 2020 in poi) inciderebbero fortemente sulla spesa pubblica. Il Presidente dell'Inps evidenzia come l'introduzione delle finestre di uscita non faccia altro che posticipare il problema. Inoltre, ci sarebbe il rischio concreto che l'Inps si ritrovi a pagare trattamenti pensionistici diversi a soggetti che presentano gli stessi requisiti pensionistici. Boeri avrebbe anche evidenziato il pericolo di una sorta di "corsa agli sportelli" dell'Inps da parte dei cittadini per rientrare nella categoria delle Pensioni più alte.