All’inizio, quando i trentenni di oggi erano piccoli, c’erano i byte e i Kilobyte: il Commodore 64, per esempio, aveva 64 Kilobyte di memoria. Negli anni ’90 siamo passati ai Megabyte (un tipico videogioco pesava all’incirca 100 Megabyte alla fine del decennio) e ai Gigabyte (un tipico hard disk di quell’epoca conteneva qualche decina di Giga).
Nel primo decennio del 2000 la crescita si è fatta più rapida nel senso che con lo sviluppo di Internet e della condivisione dei dati anche gli hard drive personali sono arrivati a misurare anche un Terabyte, cioè 1.000 miliardi di byte: 1.000.000.000.000 o 1012.
Adesso che la stoccaggio dei dati è sempre più legato a giganteschi server centrali, termini come Petabyte (1.000 Terabyte o 1015 byte) e, presto anche Esabyte (1.000 Petabyte o 1018 byte) diventeranno sempre più utilizzati anche nel gergo comune.
Tutti questi termini sono stati definiti e ufficializzati nel 1991, durante la 19° Conferenza per i Pesi e le Misure, e dopo l’Esabyte hanno stabilito anche lo Zettabyte (1021 byte) e lo Zettabyte, che equivale a mille miliardi di miliardi di byte o 1024 byte). Il problema è che dopo questa soglia non c’è niente altro e se il progresso tecnologico degli ultimi decenni è dda considerare un esempio per ciò che avverrà, non mancano poi così tanti anni alla necessità di definire i dati contenuti – ad esmepio – dai server di Google in termini superiori allo Zettabyte.
D’altra parte non è poi così strano che non sia stato ancora considerato nulla al di sopra degli Zettabyte: l’intero Universo osservabile misura circa 880 Zettametri, quindi un ordine di grandezza superiore sarebbe più vasto di tutto ciò che esiste.
Eppure la quantità di dati che esiste presto supererà quella soglia e ci sarà bisogno della 20° Conferenza per i Pesi e le Misure per stabilire quali saranno i nuovi termini da usare.
Il prefisso “Peta”, per esempio deriva dal termine greco Pente (cinque). Zetta e Yotta sono legati ai termini latini Septem (sette) e Octo (otto). Molti pensano, dunque, che il prossimo prefisso sarà Xenna (Xennabyte), dal greco per nove (Ennea), oppure Nonna (Nonnabyte) più simile al romano Novem.
Questa opzione potrebbe portare ulteriori complicazioni una volta superata la soglia della decina (e succederà).
In compenso quello che non ci manca è il nome per 10100: si chiama Googol ed è proprio il termine, coniato dal matematico Edward Kasner nel 1938 per illustrare la differenza tra un numero enorme e l’infinito, che ha ispirato il nome del famoso motore di ricerca. Come dire: un nome, un destino.