Bisogna promuovere un utilizzo più sicuro e responsabile delle nuovetecnologie tra i giovani, per metterli al sicuro da aggressioni di "bullismo cibernetico" ed evitare conseguenzeche attentino alla loro salute psico-fisica in via di sviluppo.
E' questo l'intentoinformativo del rapporto scritto frutto della collaborazione tra Ipsos e Savethe Children (Onlus) in occasione del SaferInternet Study sul cyber-bullismo. Laricerca ha riguardato "l'uso delle nuove tecnologie come strumento dipressione-aggressione-molestie all'interno del gruppo dei pari".
Save the Children è la più grandeorganizzazione internazionale indipendente per la difesa e promozione deidiritti dei bambini e dedica attenzione crescente ai rischi per le giovanigenerazioni sull'uso dei nuovi media digitali.
Le modalità di attacco preferiteriguardano i social network (61%), foto e filmanti denigratori (59%), creazionedi gruppi ostili (57%), nel 48% dei casi si rubano e-mail, profili o messaggiprivati e si rendono pubblici, s'inviano sms, mms, e-mail minacciose nel 52%dei casi attuate dal 61% di ragazze preadolescenti. I luoghi privilegiati sonoquelli di aggregazione (67%), a scuola (80%), su internet e cellulari (53%),nei luoghi, dove si fa sport (37%). L'utilizzo d'internet e cellulare, peggiorala situazione per l'83% dei giovani intervistati.
Motivazioni del cyber-bullismosono sintetizzate nelle caratteristiche fisiche della vittima (67%), il suocarattere timido e poco sveglio (67%), per il maggior successo negli studi(59%), perché è femmina brutta (59%), per il modo di vestire (49%),orientamento sessuale (56%), perché straniero (43%), per l'estrazione socialesuperiore (34%), la disabilità (31%).
Tra i motivi per "prendere di mira", peril 36% la vittima non sa reagire, perché si vanta (31%), si comporta stranamente(27%), per vendetta (22%), per invidia (21%), per debolezza (18%), perché s'isola(14%), perché se lo merita (12%).
Conseguenze negative per lavittima. Isolamento e impossibilità di andare a scuola o fare sport (67%), nonesce e non frequenta amici (65%), depressione (57%), diventare silenzioso e nonconfidarsi (45%), si fa del male (44%), calo di rendimento scolastico (38%),reazione violenta contro il persecutore (24%), autocommiserazione (18%).
Suggerimenti per la vittima.Parlare con i genitori (77%), informare l'insegnante (53%), parlarne con unamico/a (40%), chiudere con Facebook e cambio cellulare (29%), segnalare l'abusoonline (25%), far finta di niente (12%), cambiare luoghi (6%).
Per i giovani intervistati, prevenireil cyber-bullismo organizzando incontri con i ragazzi (57%), segnalare ciòche accade (46%), punizioni per i colpevoli (46%), coinvolgere i genitori(41%), vigilare meglio sui social network (41%), numero telefonico per riceverele segnalazioni (36%), più vigilanza da parte degli operatori telefonici (24%).
L'età della pubertà rende i giovani più sensibili alle spinte dall'esternodate dall'immagine proposta dai media e dagli insegnamenti dei genitori verso l'identitàdi genere.
La rete rende anonimi e, in apparenza, non perseguibili e consentedi falsificare protagonisti e contenuti e l'esperienza del cyber-bullismosembra aver toccato almeno 4 ragazzi su 10 e il 5% ne parla come un'esperienzaricorrente. In buona sostanza è un fenomeno sul quale intervenire con azionicoordinate con tutti i soggetti coinvolti nel mondo ludico-formativo.