Riparte l'iniziativa-kermesse Working Capital Telecom, per l'elargizione di 1.000.000 € a start-up innovative e "start over". Gli obiettivi sono, quest'anno, tesi a raccogliere gli spunti vincenti frutto dell'arte e dell'ingegno dei 40 previsti premiati nella forma di un plafond di 25.000 euro, erogato in tre tranches, la prima di 10.000 a sottoscrizione del contratto, la seconda di 5.000 a chiusura dell'iniziativa, e 10.000 a chiusura del contratto.

Ora, dal punto di vista tecnico, la definizione di Net Working Capital, è la traduzione inglese che corrisponde alla nostra voce di bilancio Capitale Circolante Netto, indicante la differenza fra le attività correnti e le passività correnti, tese nell'universo della disciplina del Discounted Cash flow Method, ad attribuire l'investimento profittevole a una parte concreta del Free Cash Flow, nella capacità appunto che l'investimento ha di tramutarsi in liquidità a breve o medio termine.

Si è quindi portati a credere che lo scopo dell'operazione sia volto in generale al recupero della competitività e del Reddito Operativo Netto in incremento rispetto agli anni bui della crisi quando il barometro ha segnato il massimo della bassa pressione nel 2011, sfiorando quota 5 milioni di perdita in zona conto economico. Ma come ha evidenziato Luigi Casaburra, che si occuperà della fase di maturità della eventuale venture, in un'intervista su Economy-up.it: "Sono realtà che non generano ricavi e non fanno ancora cassa, sono quote standard per programmi di micro-seed".

Dunque, Working Capital di Telecom opera come un acceleratore, lo strumento che la macroeconomia usa per definire il processo in cui la crescita delle vendite è il risultato di una perequata capacità di investimento rispetto all'orientamento del mercato.

Se vogliamo quella dell'acceleratore è un modello economico un po' retrò, facente capo all'economista francese Albert Aftalion che la espose nel 1909, ma è tornato in auge negli ultimi tempi; esso si ispira a criteri in linea generale di prudenza, un atteggiamento che applica dei parametri pianificati rispetto a un andamento di mercato sempre sperequato nella proporzione degli investimenti e degli ammortamenti effettuati, e perfettamente congruente per linee guida con quello che è l'atteggiamento di Telecom Italia, quale ex partecipata statale, tendente a un investimento nell'ottica di una misurata "reazione controllata" dei processi produttivi e della quantità dei ricavi.

Lo scopo di Working Capital Telecom è di occuparsi dell'identificazione di piccole realtà economiche promettenti il cui profilo giuridico rientri in quella di:

  • Persona Fisica munita di partita IVA
  • SRL
  • SRL semplificata
  • Start up innovativa (ex Decreto Crescita-Bis Legge n. 221e successive modifiche)
  • Società per Azioni costituita in Italia o all'estero con articolo n.73 n.91
  • Società costituite al di fuori dell'Italia con modalità e caratteristiche analoghe al punto 1 e 2
Secondo obiettivo di Working Capital di Telecom Italia quello di acquisire piccole quote di minoranza (non superiori al 5%) di società in start in, con un entità fra i 100mila e i 500mila euro, per poi subentrare successivamente come Equity, in linea con le correnti economiche del corporate internazionale, interessato a selezionare e potenziare l'accelerazione di piccoli focolai di talenti segnalati da una prima fase di scouting e recruiting avente inizio il 26 maggio, a scadenza dei termini di presentazione delle domande, per concludersi nel 2015 quando si saprà il nome delle aziende prescelte.