Esiste un sistema sicuro per garantire il più assoluto anonimato in rete. Un sistema usato nella maggior parte dei casi per le degenerazioni addotte dalle funzionalità offerte dal sistema, per attività non proprio lecite e che fornisce l'accesso al Deep Web o darknet o "internet oscuro" come viene chiamato. Meandri nascosti della rete che da un po' di anni sono oggetto delle attenzioni della polizia di mezzo mondo e della NSA, l'agenzia per la sicurezza nazionale americana.


Il suo nome, dal sapore mitico, è TOR il simbolo una cipolla perché, proprio a strati, come una cipolla, con una fitta rete di nodi virtuali e triangolazioni di server, riesce a nascondere l'origine di chi visita una pagina o rivolge una richiesta ad un motore di ricerca; e di chi preleva e deposita file.


TOR nasce con scopi tutt'altro che illeciti, si tratta di un progetto della Electronic Frontier Foundation e gestito da una associazione senza scopo di lucro, The TOR Project. L'obiettivo è quello di garantire la riservatezza e l'anonimato degli utenti in rete, attraverso il transito dei dati attraverso TOR servers che filtrano a diversi livelli le informazioni degli utenti, attraverso un sistema di crittografia a strati.

Il funzionamento, per chi lo usa è semplicissimo.

Basta scaricare un browser del tutto simile a Mozilla Firefox che ha, di default tutte le impostazioni per navigare anonimamente. Talvolta il software modifica la lingua ed il Paese di provenienza di chi utilizza il software proprio per nascondere l'area da cui viene usato. Cosi come, di impostazione di base, vengono disabilitati tutti i plugin che potrebbero raccogliere informazioni sugli utenti.

La realtà di TOR non è tutta rose e fiori, come vi anticipavo, ed è il software most wanted dai governi di mezzo mondo, non sempre a torto. L'accusa? Quella di aver creato (e di permetterne l'accesso e l'uso) il Deep Web, il web profondo ed oscuro, tra le cui pieghe si nascondono traffici illegali e materiale pedo pornografico.

Al punto che, secondo quanto rivelano i maggiori magazine di tecnologia americani, in questo preciso istante sia voi che state leggendo questo pezzo che io che l'ho scritto, e che TOR l'ho pure scaricato, siamo entrati nelle attenzioni della NSA, l'agenzia per la sicurezza nazionale americana che monitorerebbe tutti coloro che mostrano un minimo d'interesse per il web oscuro.

In molti casi, secondo gli inquirenti, sui server TOR, invisibili ai comuni motori di ricerca, verrebbero depositati file dal contenuto illecito, compresa la vendita di droga ed armi. È per questo motivo che ad esempio, già nel corso del 2006 TOR e il Deep web entrano nelle attenzioni della polizia tedesca che sequestra vari server proprio con l'accusa di ospitare materiale pedopornografico.


Con la stessa accusa l'associazione Anonymous, grazie alla propria rete di abilissimi hacker che la compongono, riuscì ad attaccare i server del darknet, dimostrando la vulnerabilità del sistema. A questi attacchi seguirono poi, nel corso degli anni, fino al 2013, indagini ed attività di sequestro da parte dell'Fbi, sempre per smantellare le fitte reti di pedofili e venditori di morte che popolavano i meandri della rete oscura.


Anche la polizia italiana è impegnata nel monitoraggio dei server TOR, grazie a cui ha condotto negli anni una serie di indagini che, ad esempio, hanno portato all'arresto di dieci persone lo scorso febbraio, con l'operazione "sleeping dogs" con l'intento di smantellare una rete di pedofili.


Gli strumenti di indagine adoperati dalla polizia postale, all'interno del web oscuro, accanto a quelli propriamenti informatici sono di social engeneering. Riescono cioè ad entrare lentamente in circuiti illegali sotto copertura, guadagnandosi la fiducia di coloro su cui indagano, per poter studiarne i traffici ed intervenire. Un lavoro lento che, grazie alla cooperazione delle polizie internazionali, riesce a condurre a dei risultati positivi.

Ricordo un documentario in cui proprio gli inquirenti mostravano veri e propri e-shop in cui si esponevano e si vendevano, in una sorta di commercio elettronico del Deep Web, stupefacenti e oggetti rubati. Ma tant'è questo è l'aspetto peggiore figlio delle degenerazioni di un sistema che, nel suo "volto buono", nei Paesi, cioè, dove le censure alla rete sono la normalità, contribuisce alla circolazione delle idee per l'affermazione dei diritti civili.