"Google divida il motore di ricerca da tutte le altre attività e servizi commerciali": è' quanto chiede il Parlamento europeo alla statunitense Google Inc., azienda proprietaria del sito più usato del web. Con sede a Mountain View, in California, la homepage di Google raccoglie circa 1,5 miliardi di visite al giorno e, secondo la rivelazione pubblicata dal quotidiano britannico Financial Times, a Strasburgo sarebbero pronti a presentare richiesta per chiedere di separare il motore di ricerca da tutti i servizi commerciali offerti agli utenti, il cui numero è in aumento giorno dopo giorno.

Richiesta che verrebbe presentata sia a Google sia ad altri grandi leader del settore come Yahoo e Youtube, sempre con sede negli Stati Uniti. Il motivo dell'interessamento del Parlamento europeo? I parlamentari sono preoccupati, così spiega il Financial Times, dal sempre più crescente controllo di internet da parte delle aziende sopracitate. E il fatto che tutte siano americane di certo non aiuta molto, specialmente dopo il recente scandalo sulla sicurezza delle informazioni personali che vede come imputato il Governo e i servizi militari americani, e l'attacco hacker che ha visto violate oltre 53 milioni di e-mail.

Una mozione interessante quella dei parlamentari europei, considerando il fatto che Google è ormai il principale, se non l'unico, punto di riferimento per gli utenti di internet.

Il Financial Times, nella sua nota, parla però di vero e "predominio" del colosso americano e di "occupazione del web" da parte delle grandi del settore.

Proprio oggi, tra l'altro, Google, che già vanta numerosi servizi commerciali come Adwords e Adsense, che permettono agli utenti di pagare per inserire annunci pubblicitari o essere pagati diventando publisher di annunci, ha presentato il nuovo servizio Contributor, per ora solo in fase di progetto, che offre l'oscuramento completo dalle pubblicità durante la navigazione, in cambio del pagamento di pochi euro. Un servizio paradossale, quasi rivoluzionario, che offre a noi un modo diverso di concepire la navigazione su internet, e a Google un modello alternativo di business.