Mozilla ha deciso: fuori Google e dentro Yahoo. Marissa Mayer, presidente e CEO di Yahoo da luglio 2012, ha annunciato l'accordo con un post sul blog. A partire dal mese di dicembre gli utenti nordamericani troveranno Yahoo come motore di ricerca predefinito su qualsiasi dispositivo che utilizzi il browser nato nel 1998. L'accordo ha una durata di 5 anni e coinvolge anche altri progetti. Tra questi la definizione di nuovi motori di ricerca predefiniti in Russia e in Cina dove rispettivamente ci saranno Yandex Search e Baidu.

Marissa Mayer è particolarmente soddisfatta della collaborazione che si apre, la quale ritiene possa aiutare ad espandere le funzioni di ricerca ma anche, tramite Mozilla, trovare nuovi modi per innovarsi migliorando le comunicazioni ed i contenuti digitali. Chris Beard, CEO di Mozilla, commenta soddifatto l'accordo e sottolinea l'impegno di rendere Firefox un browser per tutti, con più scelte ed opportunità per l'innovazione.



Difficile fare previsioni sul futuro di quest'accordo per Mozilla. Il 90% di entrate del sito open sourse derivava infatti proprio dall'accordo con Google, il quale aveva pagato 300 milioni di dollari per essere il motore di ricerca predefinito. Ma anche per Yahoo la situazione nell'ultimo anno si è rivelata particolarmente difficile con un calo sempre più deciso di utilizzatori e fatturato. E Google? Il colosso guidato da Larry Page continuerà a comparire ma tra le opzioni alternative dove continueranno ad essere mostrati tra gli altri anche Bing (di proprietà di Microsoft), Twitter, Ebay, Amazon e Wikipedia. Nonostante questo accordo, al momento Google rimane leader del settore sui desktop americani con una percentuale di utilizzo da parte degli utenti del 67%. Seguono Microsoft al 20% e Yahoo al 10%. Da uno studio commissionato da FIND srl e realizzato da Duepuntozero Research (agenzia di ricerche digitali del gruppo Doxa) emerge un dato netto: Google in Italia è il principale motore di ricerca utilizzato e viene usato da 9 utenti su 10. Al momento la battaglia tra i motori di ricerca nel nostro Paese sembra quindi particolarmente impari.