Non è certo la prima volta che la Scienza si affida alla natura e al mondo degli animali per riprodurre e testare le proprie invenzioni. Adesso è la volta dei baffi, ovviamente non quelli che risiedono sul viso di molti uomini, ma più particolarmente quelli degli animali, le cosiddette vibrisse, di cui vanno fieri non soltanto i gatti, ma moltissimi altri animali soprattutto acquatici e marini, quali ad esempio le foche.
Le vibrisse o baffi animali, non sono dei semplici peli allungati sul muso dell’animale, ma ad esempio nel gatto, consentono al felino di orientarsi negli spazi più angusti, gestire ed esplorare l’ambiente circostante, usarli come delle antenne per localizzare la preda in condizioni di visibilità quasi nulla.
Insomma, sono delle vere e proprie antenne naturali che regolano la vita di molti animali. Nel caso poi delle creature marine, come le foche, i baffi aiutano loro a muoversi nella profondità del mare localizzando il pesce di cui si nutrono in condizione di assoluta oscurità. Ma perché mai gli scienziati si stanno così tanto interessando ai baffi animali?
Anche noi ci orienteremo con i baffi che riproducono quelli degli animali
I baffi che gli scienziati stanno cercando di riprodurre in laboratorio, sono cosiddetti robotici e sono costituiti da una miriade di sensori tattili che si dispongono lungo la loro intera lunghezza. Per realizzarli si usa un particolarissimo e resistentissimo filo cosiddetto nitinolo caratterizzato soprattutto per la sua estrema elasticità.
L’intero fusto sarà inserito in una apposita cannuccia in plastica che lo proteggerà.
Inventori di questi inediti baffi hi-tech sono un gruppo di ricercatori dell'università dell'Illinois coordinato da Cagdas Tuna che hanno pubblicato il loro studio scientifico sulla rivista Bioinspiration e Biomimetics. Al pari di quanto avviene con gli animali, in particolar modo le foche, si riuscirà a ricreare artificialmente una struttura in grado di riprodurre particolari immagini atte a misurare lo scorrere di un fluido nelle condizioni più disparate e impossibile oggi da immaginare.
La navigazione più sicura coi… baffi!
I particolari baffi misureranno 15 centimetri circa ed avranno un diametro di non più di 3 centimetri. Posti in corrispondenza di un particolare sistema di visione sott’acqua, saranno in grado di fotografare e successivamente riprodurre l’immagine che hanno immortalato in un particolare computer capace di captare fluidi in scorrimento.
Una sorta di sistema sensitivo, sempre sul modello animale, applicato alla moderna tecnologia.
L’applicazione pratica di questa inedita invenzione sarà rivolta in primis alla navigazione navale. Particolari baffi robotici infatti, potrebbero soppiantare o venire in soccorso ai tradizionali sistemi di rilevamento oggi applicati alla navigazione essendo in grado di tracciare ogni movimento dei fluidi sott’acqua che dovessero presagire anche ostacoli invisibili nell’oscurità con gli attuali sistemi di orientamento. Con delle opportune modifiche sarà possibile miniaturizzare ancor di più il sistema e renderlo fruibile per la moderna medicina. Immaginiamo una sonda miniaturizzata che venisse inserita nel corpo umano e che fosse in grado, al pari di quanto avviene sott’acqua, all’interno dei nostri fluidi biologici, di rilevare microstrutture che oggi non riusciamo a scorgere.
In questo modo i particolari baffi sarebbero in grado di percepire in condizioni estreme ogni più piccola formazione patologica che si dovesse localizzare a livello cardiaco, ad esempio, oppure cellulare o in qualsiasi altro distretto del corpo umano ancora non del tutto esplorato. In campo biomedico insomma, i particolari baffi potrebbero essere un efficace sistema diagnostico per individuare tumori o agevolare il compito del cardiochirurgo o del neurochirurgo quando ci si muove, cercando di orientarsi all’interno di strutture complesse e infinitesimali.