I server della Supercell sono stati attaccati da hacker nel settembre dello scorso anno, ciò ha provocato diversi danni tra cui il furto di moltissime email e password criptate. Il gioco conta un bacino di utenza impressionante, il videogame sviluppato per Android e IOS è da subito diventato famosissimo in tutto il mondo sin dal suo debutto, la meccaniche strategiche e i continui aggiornamenti sono riusciti a fare di clash of clans un gioco in continua evoluzione, a distanza di anni grazie ai continui update che la Supercell rilascia in modo regolare si è create una community estesa e solida, davvero in pochi si stancano e abbandonano questo prodotto.
Lo scorso anno è uscito uno spin off ambientato nello stesso mondo di gioco e con gli stessi personaggi ma con meccaniche totalmente diverse, ovviamente sto parlando di clash royale.
Un danno enorme
La nota casa produttrice finlandese, ha appena rilasciato un comunicato: "Stiamo esaminando il rapporto sulla vulnerabilità che ha permesso agli hacker di ottenere illegalmente l'accesso ad alcune informazioni sugli utenti che si trovavano sul forum, tra cui un certo numero di email e password criptate, le nostre indagini preliminari rivelano che la violazione è accaduta nel settembre 2016 e che la vulnerabilità è stata risolta". Inoltre ha aggiunto che violazioni di questo calibro vengono prese con moltissima serietà da parte di tutto lo staff, l'azienda segue politiche molto severe per quanto riguarda la sicurezza degli utenti.
Pare che siano stati colpiti circa 1 milione di giocatori.
Le critiche da parte degli utenti
Moltissime persone hanno criticato la Supercell per non essere state avvertite tempestivamente dei fatti, in molti non si spiegano perché l'azienda finlandese abbia tenuto nascosto per così tanto tempo questo attacco. Il consiglio per gli utenti è ovviamente quello di cambiare spesso la password dei propri account, il pericolo non riguarda solo Clash of Clans ma anche per gli altri giochi targati Supercell, tra i quali: Hay Day, Clash Royale e Boom Beach.
