A Honolulu, grazie al finanziamento della NASA, un gruppo di ricercatori è pronto ad entrare in una cupola geodetica situata su un vulcano delle Hawaii per studiare il comportamento umano durante un'esplorazione nello spazio a lungo termine proprio come potrebbe essere un viaggio su Marte.

Sono sei gli scienziati che a breve occuperanno la loro "nuova" casa situata sulla grande isola del vulcano Mauna Loa per una permanenza totale lunga otto mesi. La squadra, per tutta la durata del test, non avrà contatti fisici con il mondo esterno e dovrà lavorare sapendo che ogni comunicazione subirà un ritardo di 20 minuti che equivale al tempo necessario per inviare una e-mail per e dalla Terra fino al pianeta rosso.

Questo studio, si pensa possa servire a valutare quali possono essere le difficoltà psicologiche che le persone, in questo caso i sei scienziati, possono incontrare vivendo per un certo periodo in condizioni di isolamento. Il ricercatore principale di questo studio, Kim Binstead, un professore di scienze dell'Università delle Hawaii spera, in una sua dichiarazione, di capire quale sia il modo migliore per selezionare i singoli astronauti e quale sia il modo migliore per comporre un equipaggio che possa sostenere un lungo viaggio spaziale. Si spera inoltre che il progetto possa aiutare l'agenzia spaziale degli Stati Uniti a rendere possibile l'invio di esseri umani in viaggi verso Marte a partire dai 2030.

La squadra sarà guidata dal comandante James Bevington, scienziato spaziale freelance che ha lavorato come ricercatore per la International Space University. Il resto del team e composto da ingegneri, uno scienziato informatico, un dottorando e un esperto biomedico.

700 erano i possibili candidati per questa missione e ognuno ha dovuto superare test cognitivi e sulla personalità oltre a lunghe interviste da parte degli esaminatori, ma solo 6 sono stati i ricercatori scelti e durante tutto il test dovranno indossare dispositivi che misureranno i loro stati d'animo e la presenza degli altri membri del team.

Oltre a questo dovranno indossare la tuta spaziale ogniqualvolta lasceranno la base per espletare le attività quotidiane come gli studi geologici e di mappatura.

Saranno nutriti con prodotti liofilizzati che possono garantire una lunga conservazione tra cui alcuni alimenti in scatola e spuntini leggeri che saranno regolarmente consegnati da un robot per rendere continuo l'isolamento degli scienziati con il mondo esterno.

L'ambiente della "casa spazio" è configurato con una superficie di 1200 piedi quadrati con piccoli dormitori per ogni elemento, una cucina, un laboratorio e il bagno.

Altri progetti di simulazione sono in corso in tutto il mondo ma il progetto Hawaii, che da anni sta ricevendo finanziamenti federali, come dice l'università del posto, è unico nel suo genere e vanta la possibilità di poter essere effettuato in un ambiente, per clima e geografia, il più simile possibile a Marte visto che si trova sotto la cima del più grande vulcano attivo del mondo.