Ogni nuova invenzione o sistema porta con se sia pregi che difetti. E' fuori da ogni discussione che le nuove tecnologie digitali abbiano aumentato il nostro grado di libertà e benessere, con ovviamente tutti i limiti del caso, dettati spesso dal nostro errato utilizzo. Ma sappiamo bene i pericoli verso cui portano queste tecnologie, pericoli che sono insiti nella loro 'natura' e paradossalmente nei propri punti di forza: l'immaterialità e la capillarità.

La 'leggerezza' ha un costo

L'assenza di un corpo fisico (gli hardware sono solo scatole e porte d'accesso ad un sistema più ampio ed evanescente) era considerata garanzia di sicurezza di un qualsivoglia sistema, perché evita alla gran parte di noi 'normali' di poter accedere direttamente e fisicamente ad esso.

Ciò è in parte vero, ma in qualche modo un corpo 'fisico' (tipo una cassaforte) oppone più resistenza di un corpo 'digitale' (il conto in un sistema bancario). Quello digitale offre più punti d'attacco (abbiamo tutto dove e quando vogliamo) ed inoltre fornisce molti più modi per attaccarlo. Questa immaterialità e capillarità ha portato alla creazione di una categoria di persone specializzate e capaci di interferire a proprio piacimento con i sistemi digitali: gli hacker. Sono stati il terrore delle grandi banche, dei grandi apparati e ormai di qualunque realtà che si basa sul mondo digitale. Ma adesso qualcosa sta cambiando.

Volete sicurezza? Reclutate un hacker

Molte aziende stanno ormai reclutando nel proprio organico degli hacker 'buoni' in grado di contrastare quelli 'cattivi', proteggendo e migliorando i sistemi.

Prima erano solo le aziende di computer a farlo, adesso è prassi di qualunque realtà e, dato che il futuro vede l'auto sempre più connessa e a guida autonoma, la casa automobilistica tedesca Audi si subito mobilitata, inserendo nel proprio organico degli Hacker riunendoli nella nuova divisione 'Audi Electronics Venture GmbH' (AEV).

Nello specifico dovranno individuare e blindare i possibili punti di accesso in cui un malintenzionato possa penetrare nei sistemi delle vetture. Inoltre gli stessi hacker 'buoni' dichiarano che dovranno insegnare agli ingegneri di Audi come un sistema possa essere manipolato, portando alla creazione di firewall sempre più potenti.

Alcune porte di accesso sono gli smartphone e le connessioni Wi-Fi con cui si possono ottenere i dati personali dell'utilizzatore e, ancor peggio, prendere il controllo del software della vettura disponendone come meglio si crede. Uno dei progetti che l'Audi porta avanti in questa divisione, ha come intento la creazione di un'architettura di rete con la capacità di isolare il veicolo attraverso l'uso di alti e diversi requisiti di sicurezza, cosicché se uno di questi dovesse 'cadere', il resto andrebbe automaticamente protetto. Sembrano scenari preoccupanti da film di fantascienza, ma è la realtà, e tutti gli interessati stanno prendendo provvedimenti per far sì che della tecnologia noi possiamo goderne sempre più i pregi riducendone i difetti.