La tecnologia, a volte, può salvare la vita. Almeno a giudicare dalle ultime evoluzioni delle App per cellulari e tablet, questa speranza sembra essersi tramutata in realtà. Bologna, infatti, è stata la prima città ad aver sperimentato DAE RespondER, un'app che permette di chiamare i soccorsi in caso di arresto cardiaco, in attesa dell'arrivo del personale medico.

Le numerose morti per arresto cardiaco in Italia

In Italia sono moltissime le persone che muoiono per arresto cardiaco (si stima che siano 70.000 all'anno). Un dato altrettanto grave è che solo il 2% di costoro riescono a sopravvivere dopo un arresto cardio-circolatorio: questo perché un intervento tempestivo è davvero fondamentale e può salvare la vita.

Ricordiamo, infatti, che un defibrillatore utilizzato entro 3/5 minuti può garantire la sopravvivenza ad un paziente nel 50-70% dei casi.

La creazione dell'app e la sua sperimentazione

L'app RespondER è stata creata e sperimentata a Bologna, perché proprio l'Emilia Romagna conta oltre 4.000 vittime di arresto cardiaco ogni anno. Il sistema è stato sviluppato grazie al finanziamento dell'Ausl di Bologna e della Fondazione Del Monte e, come ha spiegato l'assessore alle Politiche per la salute della Regione, Sergio Venturi: "non sostituisce il 118 ma entra nella catena di soccorso per velocizzarlo".

L'arresto cardio-circolatorio si verifica, infatti, nella maggioranza dei casi (l'80%) lontano da strutture sanitarie e, spesso, in presenza di testimoni.

In questi casi l'app, grazie alla geolocalizzazione, allerta tutti gli utenti registrati al servizio (chiamati DAE First Responder) muniti dell'apposito patentino per intervenire. DAE RespondER consente, inoltre, di trovare il defibrillatore più vicino per recuperarlo e portarlo dove si trova il soggetto che ha bisogno d'aiuto.

Come funziona

In sostanza, ricevuta la richiesta di intervento, i DAE First Responder confermano la propria disponibilità al 118 ed intervengono dopo aver localizzato il defibrillatore più vicino. Una cosa importante da segnalare è che, una volta giunto sul posto, il soccorritore non agirà mai da solo, ma sarà sempre in contatto telefonico con il 118.

Al momento, gli utenti registrati con patentino sono 300 nella sola Emilia Romagna, ovvero nella regione che ha sperimentato il nuovo servizio tecnologico. Il primo caso d'intervento con DAE RespondER risale al settembre scorso quando un uomo, vittima di arresto cardiaco, è stato soccorso sul posto da un negoziante ed è stato raggiunto, poco dopo, da un tassista registrato all'app che ha potuto prestare le prime cure.