Whatsapp è indubbiamente l'applicazione di messaggistica più usata al mondo. Sono stati però diversi i competitor che, con più o meno fortuna, hanno cercato di togliere lo scettro al colosso del gruppo Facebook. Fra queste non possiamo non parlare di Telegram che ad oggi è l'alternativa principale fra le applicazioni di messaggistica.

Il servizio offerto è stato da sempre abbastanza più ampio di quello dell'app di Zuckerberg, visto la presenza di bot, stickers, gruppi con svariate funzionalità già dagli albori della diffusione sul web della piattaforma digitale, rinomata anche per gli elevati livelli di sicurezza.

Il punto è però che quest'ultima affermazione non è del tutto in linea con quanto la legge impone ad ogni singolo cittadino, ovvero la legalità. Nelle ultime settimane sono infatti arrivate una serie di notizie inerenti la correlazione fra il servizio e l'illegalità.

Telegram: illeciti e cybercriminali

Le ricerche di Check Point Software Technologies hanno portato a galla qualcosa che in pochi si aspettavano, inerente la sicurezza del servizio informatico. E' stato riportato come Telegram rappresenti il luogo più ambito da hacker e cyber-criminali per il svolgere il loro operato. La sicurezza della piattaforma è cosi elevata che anche le forze dell'ordine fanno difficoltà a consultare le informazioni, dunque una valida ragione per chi ha intenzioni di mettere in atto un piano criminale di usare l'app.

Nel dettaglio ciò che lo differenzia da Whatsapp è la crittografia "end to end", presente su entrambe le piattaforme ma con un'invalicabilità differente. Telegram per molti è parte integrante del Dark Web, una 'parte di internet' utilizzata solo per scopri criminali come la vendita di informazioni, armi, droghe e quello che di illegale esiste al mondo.

Telegram: questione privacy

Il servizio consentirebbe dunque ad hacker e criminali di comunicare sui piani da mettere successivamente in atto senza avere la paura che qualcuno possa leggere le loro conversazioni private. Oltre l'addestramento, potrebbero essere scambiati anche dati per accedere illegalmente a determinati siti, o i contenuti dei furti digitali, come password, dati personali, numeri di conti correnti ecc.

Qualcosa di impensabile che però pare essere stata svelata dalla Check Point Software Technologies, che è sicura che l'app sia il luogo ideale per dare sfogo all'illegalità.

Questo riguarda per esempio la vendita di merci contraffatte, o lo scambio di informazioni su un dato argomento, molto sfruttato dai siti per diffondere facilmente, con l'app di messaggistica, i loro contenuti attraverso apposite notifiche verso l'utente finale, senza passare per le lunghe conversazioni che ritroviamo nel colosso del gruppo Facebook. Inoltre, su Telegram è anche facile rimanere anonimi, visto che si può contattate anche semplicemente cercando il nome utente (simile al metodo Instagram) dunque non mostrando il proprio numero come avviene con Whatsapp e con altre app concorrenti.