Non è un bel periodo per gli utenti della wind. La compagnia telefonica ha preso una decisione monolaterale di aumentare il costo in bolletta per chi usufruisce di abbonamenti WindHome, 3Fiber, Tre e Wind. Dal mese di giugno dello scorso anno i clienti che avevano stipulato un contratto con la Wind Tre, avevano a carico le spese di gestione sei servizi accessori del contratto per l'abbonamento. Mensilmente i clienti, infatti, vengono avvertiti mediante comunicazione di un importo che va a sommarsi al classico canone mensile. In pratica, la parte amministrativa delle fatture emesse dall'azienda cade sui consumatori.

Andiamo ad analizzare, però, di quanto effettivamente sono aumentati i costi, al punto da suscitare la rabbia dei clienti.

I rincari di Wind

Gli utenti che hanno firmato un contratto per la rete domestica Wind e Tre, ogni mese pagheranno circa 73 centesimi in più qualora si pagasse con addebito in conto corrente o bollettino postale. Se, invece, la bolletta arriva in formato cartaceo, l'aumento sale a 1,27 euro al mese.

Per avere i dettagli sulle chiamate, bisogna aggiungere altri 60 centesimi. Prima della fusione tra Wind e Tre, questi costi erano a carico delle rispettive società, ma successivamente, quando sono diventate un'unica compagnia telefonica, i vertici hanno deciso in modo totalmente arbitrario di aggiungere la voce ''costi di incasso'' nella bolletta.

Addirittura, con la legge numero 172 emessa a dicembre che vieta la fatturazione ogni quattro settimane, a favore di quella mensile, gli utenti vedranno un rincaro pari all'8,6% sulla fatturazione mensile. Gli utenti, ovviamente, si guardano intorno per cercare tariffe più convenienti. Ad esempio, la Tim, a partire dal 5 marzo 2018, è tornata alla fatturazione mensile, garantendo trattamenti più economici, anche per chi stipula contratti con Tiscali e Kena, sia per la rete fissa che per quella mobile.

Wind, dal canto suo, sicuramente tornerà alle bollette mensili, in quanto la legge 172 dà come termine ultimo per fare dietrofront il 5 aprile 2018.

Già in passato, le compagnie telefoniche più importanti sono state multate dall'AGCOM in quanto avevano introdotto la fatturazione a ventotto giorni che permette alle società di incassare 13 bollette all'anno invece di 12. Però l'ammenda ammontava a poco meno di 2 milioni, mentre secondo alcuni dati, i guadagni nati da questo cambio fatturazione hanno portato molti più milioni nelle tasche degli operatori.