I testi biblici proposti all'attenzione dei fedeli dalla Chiesa cattolica durante la celebrazione eucaristica della diciannovesima domenica del tempo ordinario si soffermano sul tema delle fede in Dio. La prima lettura offre un brano tratto dal Libro dei Re in cui il profeta Elia cerca di riconoscere la presenza del Signore e lo trova non in grandi elementi ed eventi come nel fuoco, nel terremoto ma in una brezza leggera e nel dialogo che intrattiene con Lui sul monte Oreb (la montagna è il luogo in cui Dio si manifesta; anche Gesù pregava spesso in zone montuose).

L'insegnamento che ricaviamo da questo brano è che Il Signore anche oggi si fa vivo nelle persone umili le quali si adattano a uno stile di vita semplice e attento alla sua parola contenuta nelle sacre Scritture, nei sacramenti e nelle ispirazioni dello Spirito Santo. La Chiesa cattolica ci insegna che i contenuti biblici sono ancora validi ai nostri giorni grazie all'azione del Paraclito che consente ai fedeli di comprenderne il significato più profondo cioè quello valido per la situazione specifica di vita che una persona affronta in un particolare momento.

Il salmo 84 richiama tutta l'umanità ad ascoltare l'annuncio di pace che Dio dona ai suoi figli. Esso è una preghiera quanto mai attuale se si pensa al contesto internazionale sempre più immerso nelle tenebre ma anche a tutte quei conflitti interiori che ogni persona deve affrontare e a quelli presenti nelle famiglie sempre più lacerate da discordie.

Il testo invita a non perdere la speranza e a confidare nel Signore anche laddove non sembra più esserci nulla da fare.

La seconda lettura è tratta dalla lettera ai romani in cui san Paolo richiama le sue sofferenze, offerte a Dio, perché la gente del suo tempo potesse accogliere la sua salvezza mediante la fede in Gesù.

La sollecitudine che ha mostrato, non solo con le parole ma anche con i fatti, è un esempio per ciascuno di noi ad annunciare che egli è vivo nei sacramenti e operante negli atti di carità che devono essere alla base di una corretta evangelizzazione.

Il vangelo, tratto da san Matteo, mostra Gesù che costringe i suoi discepoli a salire su una barca e a precederlo sulla riva opposta a quella in cui si trovava.

Egli, congedata la folla, è rimasto da solo sul monte a pregare (si noti come l'orazione preceda le sue azioni più importanti). L'evangelista racconta poi che i discepoli, durante il loro viaggio tormentato dal momento che le onde erano molto alte a causa del vento contrario, hanno visto Gesù che camminava sul mare. Pietro è stato l'unico del gruppo a riconoscerlo chiedendogli di compiere la sua azione se fosse stato davvero lui e dopo avere ricevuto il suo assenso è sceso dalla barca ma, impaurito dalla situazione metereologica avversa, ha chiesto al Signore di essere salvato. Gesù dopo avergli teso la sua mano lo ha rimproverato chiedendogli perché la sua fede avesse vacillato e salendo con lui sulla nave il mare si è calmato mentre gli altri membri dell'equipaggio lo hanno riconosciuto come Figlio di Dio e si sono prostrati ai suoi pedi.

Il testo fa comprendere come Gesù tante volte non sia riconosciuto nella nostra vita perché manca la fede anche perché i problemi che ciascuno deve affrontare nell'arco della giornata potrebbero mandarla in crisi. La celebrazione eucaristica odierna e l'adorazione al santissimo Sacramento siano occasioni per chiedere a Gesù di guarire noi stessi e tutta l'umanità dall'incredulità per seguire non ciò che ciascuno di noi ha totalmente progettato nella propria vita a patto che ciò non corrisponda all'autentica volontà di Dio, unico vero bene, che molte volte contrasta con quella nostra. La Madonna ci aiuti in questo cammino dato che è colei che più di altre persone ha affrontato tali difficoltà non tirandosi indietro neanche davanti ai momenti più bui.