Massimiliano Sechi, unesempio di vita con le parole e con le azioni.

'No excuses' è il tuo motto, quando te lo sei detto per la prima volta?

Da piccolo notavo che molte persone con disabilità si facevano aiutarein tutto e per tutto dalla famiglia; io volevo essere indipendente e, anche motivato dalla famiglia, ho sempre trovato il modo di fare ciò che facevano gli altri.

Può esserci vita senza passioni?

Assolutamente no, la vita è un insieme di emozioni; quando rinunci alle tue passioni non puoi essere felice perché rinunci alle emozioni positive che solo le passioni danno.

Mental coach, accompagni il prossimo alla scoperta dello scopo della propria esistenza.

Il mental coach aiuta ad arrivare alla situazione desiderata, con le risorse presenti e nel minor tempo possibile.Credo che porsi degli obiettivi senza sapere cosa ci appassiona e cosa ci rende felici non abbia senso, perché vorrebbe dire raggiungere obiettivi che non sono i nostri, ma quelli trasmessi dalla società. Ho creato con Francesco Martelli il corso 'Find YourSelf' per far capire alle persone quello che vogliono vivere e lasciare su questa terra.

Molte persone vivono nell'insoddisfazione, senza sapere chi sono veramente e qual è il loro "dono", ma non chiedono aiuto. Cosa ti senti di comunicare a chi vive questa sensazione?

Io stesso in passato ero così orgoglioso da non voler chiedere aiuto; i motivi possono essere l'orgoglio o la convinzione che chiedere aiuto sia sintomo di debolezza. Ho capito che chiedere aiuto è segno di grande coraggio, e poi perché metterci un anno o una vita quando ci sono dei professionisti che ti possono far arrivare prima ai tuoi obiettivi?

Una storia che ti ha particolarmente colpito?

Il coach non lavora sul passato, ma cerca di capire il meccanismo che non ha prodotto i risultati desiderati. Mi arrivano tantissimi messaggi di persone che condividono tutte le tragedie della loro vita, ma lo fanno per lamentarsi mentre a me interessa capire dove vuoi arrivare. Vuoi veramente migliorare la tua situazione o chiedi compassione e qualcuno che ti dica che la vita fa schifo?

Sono cresciuto vedendo difficoltà, non c'è qualcosa che mi preoccupa perché so che le soluzioni si trovano. Ci sono tante storie belle che hanno a che fare con la disabilità e sono quelle che mi danno più soddisfazione perché sono cose che ho vissuto sulla mia pelle.

Spesso si tende ad attribuire un valore alle persone sulla base dei successi lavorativi, scolastici o sui social. Concordi con me se affermo che anche in una vita apparentemente semplice c'è dietro un faticoso lavoro quotidiano?

Ci sono convinzioni sbagliate della società: quello che conta è ciò che lasci alle persone a livello di emozioni e insegnamenti. Una mamma casalinga che aiuta la famiglia ad avere una vita migliore ha lo stesso valore di chi fa lavori apparentemente più importanti.

Si tratta di essere portatori di positività.

"Sognare ci rende più produttivi", hai affermato. Dare vita ai nostri desideri quando questi sono ancora lontani predispone le cose affinché plasmino la realtà desiderata, ma sognare rischia di immobilizzarci tra le nuvole?

Al sognare deve seguire l'azione. Se tu mi dicessi 'Voglio comprare una casa', ma non sapessi dire come la vorresti è perché non l'hai sognata percependone le emozioni. E' importante visualizzare i propri sogni e creare un piano d'azione per raggiungere quei risultati. A volte i sogni possono sembrare irrealizzabili, ma dipende dal non sapersi porre degli obiettivi in modo ottimale.

Ognuno di noi convive con una 'disabilità', fisica o mentale. Come renderla un vantaggio?

Una volta riconosciuta la debolezza, bisogna capire quali intenzioni positive della mente la scatenano e come valorizzarla; le debolezze possono essere ridimensionate in modo tale che non siano un ostacolo, ma una protezione. Nel caso della paura, ad esempio, sappiamo che il fuoco brucia ma può anche scaldare; averne paura ci permette di avvicinarci ad esso in modo sicuro per trarne un vantaggio.