Sono moltissimi i paesi in Sardegna che per tradizione cominciano i festeggiamenti di carnevale il 17 gennaio, giorno in cui si onora con i fuochi tradizionali sant'Antonio Abate. E' comunque da giovedì grasso che i festeggiamenti entrano nel vivo, sviluppando il massimo dell'allegria e della spensieratezza. Fino a martedì 9 febbraio sono in programma in quasi tutte le zone dell'isola moltissimi cortei: dai più tradizionali con le sfilate di maschere antichissime, ai classici caroselli allegorici dei carri di cartapesta. Divertimenti per grandi e piccini, musica, balli e feste intratterranno le mascherate in un clima di gioia e spensieratezza, senza dimenticarsi di assaggiare la buona cucina sarda fatta di dolci e piatti salati tipici del carnevale isolano.
La provincia di Nuoro
Nel territorio di Nuorosono tantissimi i paesi in cui la tradizione carnevalesca è molto sentita. A Fonni è tutto incentrato sulle maschere tradizionali de 'S'Urthu e Sos Buttados', con l'orso che cerca di liberarsi dalla schiavitù dei padroni e dei domatori. 'Sas Mascara Limpias', accompagnano il corteo in costume tradizionale.A Sarule sfila 'Sa Maschera a Gattu', travestimento originale che oltre a celare l'identità di chi la indossa, ha lo scopo di rappresentare la nascita e la vita con un lenzuolo bianco e la morte con un velo nero. A Ovodda la figura centrale è 'Don Conte', un imponente fantoccio che il Mercoledì delle Ceneri viene processato, condannato al rogo e buttato in un burrone.
Vestito da contadino, va in scena ad Orani'Su Bundu', che percorre le vie del paese indossando una maschera di sughero dipinta di rosso, col naso lungo, baffi, pizzetto, corna bianche e un forcone di legno che serve a mimare il rito della semina. Col 'Jovia Lardaiolu', il giovedì grasso di Gavoi, si mangiano fave e lardo, piatto tipico della festa, accompagnati dai ritmi travolgenti delle musiche tradizionali, eseguite dal vivo con antichi strumenti caratteristici.
AMamoiadatroviamo le maschere antropomorfe di origine antichissima più famose dell'isola: i 'Mamuthones'e gli 'Issohadores'. I primi camminano curvi sotto il peso dei campanacci, i secondi catturano coi lacci i prigionieri in mezzo alla folla festante. Ad Ottana si possono ammirare in contemporanea sia la produzione artigianale di 'Caratzas', le maschere tradizionali locali, che la sfilata delle stesse, con 'Boes,Merdules e Filonzana'in prima filaa rappresentare antichi miti e leggende locali.
Le altre feste
Il momento più atteso aSediloè sicuramente 'Sa Cursa de sa Pudda', la corsa della gallina. Si tratta di una giostra a cavallo lungo le strade del paese, con la peculiarità che a correrla sono gli stessi cavalieri che a luglio parteciperanno alla famosissima e spettacolare Ardia di San Costantino. Maschere esclusive sono presenti anche a Samugheodove troviamo 'Su Mamutzone, S'Urtzu e Su Omadore'e ad Aidomaggiore con le semplici maschere a lenzuolo. A Bosa con 'S'Attitidu'si cambia costume addirittura due volte in un giorno, vestendosi di nero al mattino e di bianco la sera. A Ulassai in Ogliastra la maschera più conosciuta è 'Su Maimulu', antica divinità pagana legata alla pioggia.
Nelle città più grandi della Sardegna le tradizioni lasciano il passo a veri e propri cortei di carri allegorici. Da non perdere le sfilate di Tempio Pausania e San Gavino.
Un'analisi più esaustiva meritano le corse equestri de'Sa Sartiglia' a Oristano e 'Sa Carrela 'e Nanti' di Santu Lussurgiu.