Intorno alle 17.30 di ieri un grosso incendio è scoppiato a La Loggia, comune della cintura torinese. A prendere fuoco è stato un centro della Cmt, un’azienda privata che si occupa dello smaltimento a cielo aperto di rifiuti. La colonna di fumo scaturita dalle fiamme è stata visibile da molti chilometri di distanza, esattamente come l’odore acre di bruciato, sentito anche nel capoluogo piemontese. Nonostante l’allarme dato subito dagli operai presenti e il sistema di antincendio, le fiamme si sono propagate in fretta, grazie alle numerose cataste di spazzatura.

Quattordici squadre di vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per contenere e spegnere l’incendio e ancora oggi numerosi pompieri si sono occupati di spegnere i focolai ancora accesi. L’incendio ha distrutto due capannoni, ma fortunatamente non si contano feriti né danni strutturali ad altre imprese limitrofe.

Fin dalle prime ore gli ingegneri dell’Arpa – agenzia regionale per la protezione ambientale – si sono messi al lavoro per accertarsi di eventuali danni ambientali, e soltanto intorno alle 10.30 di questa mattina hanno comunicato che “la combustione è nelle fasi di spegnimento avanzato e i valori strumentali sono tornati al di sotto dei limiti di rilevamento”.

Anche se sono ancora sconosciute le cause del rogo, la procura di torino, insieme ai carabinieri di Vinovo hanno aperto una indagine per ricostruire i fatti e scoprire cosa ha dato il via all’incendio.

Secondo le prime ricostruzioni a bruciare è stata una grossa catasta di materassi e reti in legno e in seguito le fiamme hanno raggiunto molti rifiuti ingombranti, tra i quali le masserizie rovinate dall’alluvione dello scorso novembre a Moncalieri.

È la terza volta che il centro della Loggia è protagonista di questo tipo di incidenti: la prima fu nel 2009 e distrusse un capannone di 2000 metri quadrati, e una seconda nel giugno del 2015, quando bruciarono tonnellate di carta da macero. Anche in quella circostanza ci vollero due giorni per domare le fiamme.