In vista del nuovo anno, Sky starebbe preparando una vera e propria "rivoluzione" rispetto alle sue abitudini. Secondo un'indiscrezione lanciata da "Repubblica", infatti, il colosso della pay - tv ha in programma lo spostamento di una serie di canali in chiaro, disponibili quindi gratuitamente ai telespettatori. Una decisione, questa, dettata da una doppia esigenza: quella di raccogliere pubblicità e i telespettatori che stanno abbandonando le Tv a pagamento, e quella di contrastare Mediaset Premium.
I rapporti fra le due piattaforme televisive sono tutt'altro che buoni. Dopo l'assegnazione dei diritti televisivi della Champions League dal 2015 al 2018 a Mediaset, la concorrenza fra le due grandi aziende è diventata ancora più agguerrita. Per questo motivo, Murdoch avrebbe dato l'assenso allo sbarco di Sky sui canali in chiaro, per occupare uno spazio maggiore sul digitale terrestre, sul quale da più tempo naviga Mediaset.
Dunque, non ci sarebbe più soltanto "Cielo" disponibile gratuitamente, ma anche altri canali, a partire da quelli di notizie. Il cambiamento dovrebbe avvenire nel 2015, quando in Televisione arriverà anche un altro concorrente, Netflix, leader della televisione online in Germania e in Francia. Sempre secondo le prime indiscrezioni che filtrano dalle grandi aziende televisive, pare che Sky sarebbe disposta a rinunciare alla Tv in chiaro se Mediaset decidesse di ritirarsi da Premium, lasciando di fatto campo libero a Murdoch per la Tv a pagamento.
A parte la concorrenza e la competizione, la decisione di Sky Italia di avere maggiore visibilità in chiaro, sarebbe dettata anche dalla drastica diminuzione del numero di abbonati negli ultimi tempi. La crisi economica, infatti, sta spingendo un numero sempre maggiore di persone a rinunciare ai canali a pagamento e la cosa si riflette eccome sul bilancio della società di Murdoch che ha chiuso l'ultimo bilancio con una grossa perdita nei guadagni. Ma "se Atene piange, Sparta non ride". Anche Mediaset, infatti, ha fatto segnare una cifra pari a circa 230 milioni di euro in meno raccolti dalla pubblicità, con un conseguente bilancio in discesa. Ecco perché, con la crisi che avanza, tutti stanno pensando di spostare la sfida mediatica sulla televisione in chiaro.