Si tinge definitivamente di giallo il caso della morte di Elena Ceste, 37enne di Costigliole d'Asti sparita nel nulla nove mesi fa e trovata morta nelle acque di un canale di scolo nelle vicinanze della sua abitazione in quanto i militari che hanno esaminato con estrema attenzione la scena del crimine hanno trovato residui del corpo della vittima che sembrano proprio essere i piedi e le mani della madre di famiglia originaria di Torino. Analista chimica, casalinga per la necessità di badare a quattro bambini, fervente cattolica, Elena Ceste appariva depressa nel racconto di chi la conosceva bene, forse per l'incapacità di ambientarsi in una realtà provinciale ben diversa da quella di una grande città come il capoluogo piemontese.
Una volta setacciata l'area tra il fiume e la ferrovia dal fango sono emerse non solo mani e piedi ma anche alcune vertebre di Elena Ceste. Com'è possibile tutto questo? Forse gli esami degli esperti medici legali potranno aiutarci a ricostruire il complesso puzzle della sua sparizione. Gli esami autoptici saranno effettuati ad Alba. Resta sicuramente da capire questo particolare della mutilazione multipla (opera di una setta? E' solo un'ipotesi) visto che comunque sul corpo non emergono tracce nitide di ferite da armi a fuoco o a taglio. Un vero mistero. Ora, come si è accennato, qualcuno avanzerà perfino l'ipotesi di una setta misteriosa che ha sottoposto Elena Ceste a qualche strano rito.
Il ritrovamento del 26 ottobre 2014 è molto importante anche perché consente di scartare a priori una pista privilegiata quale quella del suicidio. Ricordiamo che Elena Ceste sparì un mattino. Era il 24 gennaio 2014. Suo marito aveva accompagnato i quattro figli (ne desiderava un quinto) a scuola, un compito che solitamente toccava a lei.
La sera prima i due coniugi avevano litigato. Tutto questo naturalmente non significa nulla, come non vuol dire granché il fatto che la donna fosse depressa. Piuttosto bisogna chiedersi perché una donna, per quanto sconvolta, dovrebbe uscire di casa senza documenti, senza occhiali da vista, senza cellulare, senza salire sulla propria auto.
Dove si può andare in queste condizioni? I familiari del marito (compreso il suocero) per ora credono nella sua innocenza fermamente. Non lo ritengono capace di un delitto efferato. Sicuramente gli esami successivi, cioè quelli istologici e tossicologici potranno aiutarci a capire qualcosa di più sulla sua tragica morte. Di certo il caso Elena Ceste è molto più complesso di quello che sembrava all'inizio.