Nel corso della puntata di lunedì 26 ottobre de Le Iene è stato trasmesso un servizio a dir poco commovente, con la storia del piccolo Fabrizio malato di leucemia e salvato grazie ad un trapianto di midollo osseo. Si tratta di una buona novella nel panorama delle tante battaglie che quotidianamente i malati di cancro affrontano per continuare a vivere: Fabrizio ce l'ha fatta e in questo spazio vi racconteremo della sua volontà di conoscere colui che gli ha salvato la vita. L'inviata Nina Palmieri, che solo poco tempo fa si era occupata della ragazza italo-turca rapita con l'inganno e salvata grazie al programma di Italia 1, si è recata all'ospedale Gaslini di Genova, dove ogni giorno tanti bimbi malati lottano fra la vita e la morte.

A due anni Fabrizio ha cominciato a dare i primi sintomi della malattia, che ricordiamo è un tumore del sangue, il quale non viene più filtrato dalle cellule buone e che ha bisogno quindi di continue trasfusioni per purificarsi.

L'impossibilità per Fabrizio di conoscere il suo donatore

La madre del bimbo ha raccontato all'inviata che a suo figlio erano stati dati 20/30 giorni di vita, ma non si era persa d'animo nel cercare un donatore che potesse dare a suo figlio il proprio midollo osseo per salvarlo. Ebbene, dopo essere stato inserito nella lista d'attesa, Fabrizio ha ricevuto la buona notizia: un donatore compatibile c'era e sarebbe stato disposto ad aiutarlo immediatamente. La legge italiana, però, impone al donatore di restare anonimo poiché in passato i malati, dopo aver ricevuto il primo trapianto, avevano continuato a chiedere ai donatori di farne un secondo, magari un terzo, a seconda delle necessità.

Per ovviare a questa specie di "stalking", quindi, non è stato possibile per Fabrizio conoscere il nome e l'identità della persona che l'ha salvato, ma grazie a Le Iene gli sarà possibile scambiare lettere con la persona che gli ha donato la sua vita.

È quindi importante pensare che donare il midollo è una scelta che può salvare delle vite: per farlo è sufficiente recarsi all'Avis e seguire le procedure per fare tutti gli esami del sangue necessari. Un gesto che può cambiare la vita di molte persone.