Giochi Senza Frontiere potrebbe finalmente tornare in televisione dopo quasi vent'anni di assenza. Il programma che vedeva di fronte le Nazioni europee in diverse sfide di abilità e che ha segnato almeno tregenerazioni, è pronto a ripartire con un nuovo format.

L'annuncio di Ettore Andenna

A dare la notizia è stato proprio lo storico ex conduttore della trasmissione, Ettore Andenna, che in un post su Facebook ha fatto esplodere la gioia dei fan:

La prima novità quindi riguarderà i partecipanti del gioco, che non saranno più solo europei, ma provenienti da tutto il mondo.

Una scelta che ben rispecchia l'evoluzione di una società sempre più globalizzata in cui la compattezza dell'Unione Europea scricchiola. Andenna, che è stato anche Europarlamentare, ha chiesto anche se qualche località italiana fosse disposta ad ospitare la tappache si disputerà nel Belpaese, anche se non ha specificato quali siano le richieste della misteriosa "società francese".

La storia di Giochi Senza Frontiere

La prima edizione del programma andò in onda nel lontano 1965 e proseguì con cadenza annuale fino al 1982, per poi riprendere nel 1988 per altri undici anni, fino all'ultima edizione del 1999. Il programma era seguitissimo, tanto che quando la Rai sospese la trasmissione ricevette migliaia di lettere di protesta, come riportato dallo stesso Ettore Andenna in un'intervista.

Per molti un programma di culto, è rimasto impresso nella memoria collettiva l'avvio dei diversi giochi "Attention... Trois, duex, un... fiiiiiiii" che gli arbitri svizzeri ripetevano prima di ogni sfida. Solitamente la gara era itinerante, con diverse tappe in cui le varie prove avrebbero composto la classifica finale. Le squadre era quasi tutte composte da atleti di una stessa città.

L'Italia, inoltre, è l'unica nazione ad aver partecipato a tutte e 30 le edizioni, vincendo però 4 volte. Meglio di noi hanno fatto Germania Ovest (6) e Portogallo (5).

Non resta che attendere maggio per sapere se questi nuovi Giochi Senza Frontiere siano all'altezza del ricordo che è rimasto impresso in tanti italiani.