Una vera e propria bufera si è scatenata dopo la fine del Grande Fratello Vip, conclusosi lunedì 7 novembre. Secondo quanto ha riportato “Il Messaggero”, sarebbe in corso un'inchiesta giudiziaria sullo scandalo avvenuto intorno a Stefano Bettarini. Ricordiamo infatti che l’ex marito di Simona Ventura in un dialogo notturno con Clemente Russo aveva portato a galla i retroscena e i tradimenti del suo matrimonio. Inoltre aveva fatto nomi e cognomi delle sue conquiste, scendendo nei particolari più intimi. In quell’occasione Clemente, dopo aver ascoltato le parole di Bettarini, aveva dato della poco di buono a Simona Ventura, in quanto aveva saputo che la conduttrice torinese aveva tradito Stefano con Giorgio Gori.
Per di più aveva aggiunto che “le donne che tradiscono i mariti meriterebbero di essere uccise”, frase che gli è costata l’espulsione dal programma televisivo. I registi, in quel frangente, scelsero di mandare in onda quel dialogo notturno, e anzi ne parlarono di diretta nella terza puntata, portando lo scandalo in prima serata. Proprio per questo, al momento, sei persone sarebbero indagate, tra cui lo stesso Stefano Bettarini.
Ecco i motivi per i quali sarebbe in corso un'inchiesta giudiziaria contro Bettarini e i registi
La bufera si sarebbe scatenata dopo la denuncia per diffamazione di Sara Varone, menzionata da Stefano Bettarini durante il dialogo notturno con Clemente Russo in cui ha raccontato dei suoi tradimenti di Simona Ventura.
Proprio per questo la magistratura di Roma avrebbe sequestrato le riprese inerenti al giorno 30 settembre. La stessa Simona Ventura, dopo aver udito le parole di Clemente Russo, aveva deciso di procedere per vie legali contro il pugile marcianisano. Sempre secondo “Il Messaggero”, oltre a Stefano Bettarini sarebbero indagati anche l’amministratore di Endemol Shine Italy, i due registi del Grande Fratello Vip 2016, il responsabile dei registi della società, e anche la responsabile al controllo della messa in onda del programma televisivo di Mediaset spa.
La causa principale sarebbe il fine di quella messa in onda che, secondo il pm Ardigò, sarebbe stato quello di accrescere gli ascolti televisivi stimolando una morbosa curiosità. Clemente Russo, al momento, non sembra essere tra gli indagati.