In questo proliferare di format che si occupano di cibo c'è molta emulazione e poca sostanza di idee nuove, uno su tutti il principe dei talk culinari: MasterChef su Sky. Ora su Nove - stessa famiglia di Sky, ma sul digitale terrestre - va in onda " 'O mare mio" questo nuovo format Endemol che è molto meno psicolabile e più empatico. La formula è questa: Cannavacciuolo va con i pescatori del luogo a cercare il pesce a Km zero ed individuata la ricetta identitaria del posto sceglie quattro casalinghe/i per una gara su chi meglio lo interpreta.
Con lui in giuria un ristoratore del luogo ed un notabile.
Chi vince cucina con lui il piatto tradizionale che viene reinterpretato dallo chef di Vico Equense. I punti forti del programma sono a nostro giudizio i seguenti: la gara è più uno scambio culturale tra Cannavacciuolo ed i locali: dialettale, di modi di cucinare, di modi di vivere. Più empatia verace - per quanto sia possibile oggi in tv regno del falso. La puntata di Aci Trezza è stato un bello spettacolo. Lì le alici le chiamano Masculini e si capisce anche perché.
La pasta con i masculini è un piatto semplice dell'antica tradizione povera italiana: se c'era un po' di pasta ed un po' di passata di pomodoro ed i pescatori avevano portato delle alici, qualche pisello nell'orto c'era sempre, e perché allora non metterci anche un po' di finocchietto selvatico.
Nascevano così i piatti una volta: spinti dalla fame e dalla necessità. Lo scontro di dialetti - il siciliano di Aci Trezza era uno spettacolo per suoni ed immagini - faceva capire quello che Camilleri, Malvaldi, Pennacchi, Guccini ed altri letterati hanno espresso nei loro romanzi. In più la straripante simpatia di Cannavacciuolo che ha il dono della solarità mediterranea e voglia di capire e di metterci qualcosa di proprio.
Si potrà obiettare che sempre fiction è... matematico: ma in questo incontro con persone minime scatta anche la voglia di raccontare che è l'unica forma che può salvarci dall'algoritmo della realtà odierna.