Nicole Minetti ha fatto molto parlare di sè in questi anni, soprattutto per il suo coinvolgimento nell'affaire Ruby. L'ex igienista dentale, dopo aver risolto i suoi guai con la giustizia si è trasferita ad Ibiza per iniziare una nuova vita. Di certo l'isola situata nel mar Mediterraneo è l'ideale per chi vuole vivere il divertimento 24 ore su 24. In questa nuova veste la Minetti fa la deejay e quando va in giro per il mondo posta delle foto sul suo profilo Instagram. Come già aveva abituato i suoi follower quando era in Italia, si tratta di selfie ad alto tasso erotico.
In particolare la Minetti, che sta trascorrendo una vacanza in Uruguay si è scattata dei selfie che mettono a dura prova le coronarie dei deboli di cuore: l'ex consigliere regionale della Lombardia appare con un costume colorato e la spiaggia e il mare sullo sfondo a perdita d'occhio. In un altro scatto posa davanti allo specchio in costume da bagno che evidenzia una silhouette e delle curve al cardiopalma.
Molti i commenti e soprattutto i complimenti da parte dei follower che si congratulano, oltre che per il suo fisico, anche per il suo stile di vita. D'altronde la Minetti ha sempre curato alla perfezione la propria forma fisica ed un fisico così levigato non è solo un dono di madre natura, ma anche il frutto di intense sedute in palestra.
Minetti: carriera politica e coinvolgimento nel processo Ruby
Nel 2010 diventa consigliere regionale in Lombardia in quanto è candidata all'interno del listino del Presidente Formigoni, il che le garantisce l'elezione automatica in caso di vittoria del candidato Presidente a cui la lista era collegata. E difatti così avviene.
Nell'ottobre del 2010 viene indagata nell'ambito del Ruby-Gate per favoreggiamento della prostituzione. Nel luglio del 2013 viene condannata a cinque anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo di tempo con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione. Nel 2013 ottiene una riduzione della pena a tre anni da parte della corte d'appello, che le dà la possibilità di chiedere una misura alternativa rispetto al carcere presso la magistratura di sorveglianza.