Come un bravo cantastorie, in grado di ispirare chi lo ascolta, Max Gazzé - in questo suo ultimo brano sanremese - racconta della (tragica) Storia d’amore tra Cristalda e Pizzomunno: un’antica leggenda popolare, tramandate oralmente di generazione in generazione, che affonda le sue origini in Puglia, dove oggi sorge la città di Vieste.

Col fare poetico e col garbo che lo contraddistingue da sempre, il cantautore romano, narra - così - agli italiani una storia che meritava di essere svelata. Ed è probabilmente una di quelle cose che ricorderemo di questo Sanremo.

Qual è la leggenda di Cristalda e Pizzomunno?

La leggenda narra di un giovane pescatore, Pizzomunno - aitante e affascinante, che attirava per questo - inevitabilmente - a sé le lusinghe delle (altre) ragazze del villaggio, ma anche delle sirene.

E si sa, i pescatori e i marinai – come rievoca anche il mito di Ulisse - sono spesso soggiogati dalle insistenti attenzioni di queste creature marine che mirano a sedurre, con i loro canti ammaliatori, gli ignari naviganti. Com'è noto, però, chi cede alla tentazione di una sirena, muore. Lo stesso indugio attendeva Pizzomunno che, in più di un'occasione, fu costretto a desistere alle vane tentazioni delle sfacciate sirene; perché il suo amore per Cristalda era inamovibile e superflue erano le catene o i tappi di cera nelle orecchie per resistere al loro richiamo.

Tale affronto, però, venne pagato a caro prezzo: le sirene, infuriate e ferite nell'orgoglio, decisero di vendicarsi nel modo più malvagio. Mentre i due giovani amanti amoreggiavano lungo la spiaggia, le perfide sirene emersero dalle acque del mare e trascinarono via con loro la fanciulla per sempre negli abissi.Al mattino, i pescatori trovarono sulla spiaggia un bianco monolite che la leggenda dice essere il giovane Pizzomunno pietrificato dal dolore della perdita della sua amata.

Lo stesso che si può ammirare ancora oggi sulla spiaggia di Vieste, che ne porta il suo nome: un enorme faraglione, un "gigante di bianco calcare" - come canta Gazzé.

Ma la leggenda narra anche che il sortilegio che ha colpito questa bella, quanto sfortunata, giovane coppia possa essere temporaneamente sciolto ogni cento anni - all’alba del giorno di ferragosto - in cui Cristalda risale dagli abissi per ricongiungersi al suo giovane amante, seppure per una notte sola, in cui Pizzomunno riprende le sue fattezze umane.

Al termine di questa agognata notte, lei tornerà negli abissi mentre lui si ritrasformerà di nuovo in pietra, per 100 anni ancora.

Le leggende ci rendono migliori?

Il racconto è poetico e romantico, ben narrato ed efficace tutt’oggi per celebrare non solo il vero amore, il quale non accenna a fermarsi davanti a niente, neppure davanti alle più grandi avversità, non ultima la morte.

Tra amore e tragedia, il mare s'impone come un elemento magico capace di dare o togliere la vita. E il Sud continua a sopravvivere (anche) nelle sue leggende e nelle credenze popolari; ma cosa sono le leggende, se non un modo sottile e affabulatorio di tramandare la Storia, la memoria, il folclore, la saggezza popolare e di insegnare i rudimenti fondamentali della vita?E forse a riscoprire i valori migliori dell'umanità.