La diffida lanciata da Piera Maggio non ha fermato Quarto Grado dal continuare a trattare il caso di Denise Pipitone. Il conduttore Gianluigi Nuzzi ha anche replicato, dicendo che "non si può diffidare l'informazione" e che quanto detto dall'opinionista Abbate si rifà agli atti processuali, dunque, secondo il loro parere, nessun giudizio morale è stato pronunciato contro Piera Maggio. Quest'ultima, dopo la puntata andata in onda il 25 giugno, ha annunciato con un post su Facebook che andrà avanti nelle sedi opportune.

La diffida di Piera Maggio ignorata da Nuzzi

Dopo la penultima puntata di Quarto Grado, Piera Maggio ha comunicato sui suoi profili social di aver diffidato il programma per le "reiterate frasi offensive" pronunciate nei suoi confronti dal giornalista Carmelo Abbate con "veemenza inopportuna" e senza una presa di distanze da parte del conduttore Gianluigi Nuzzi che, al contrario, avrebbe mostrato, per Piera, "un plateale atteggiamento di parte e non certamente garantista". In un primo momento non è arrivata la risposta di Nuzzi, ma il 25 giugno è giunta la sua decisione di continuare a trattare il caso di Denise nonostante la diffida a non citare nemmeno il nome della bambina e della madre.

Il messaggio di Nuzzi a Piera Maggio

A fine puntata, Nuzzi ha voluto mandare un messaggio alla madre di Denise. Il conduttore ha fatto riferimento ad "un patto di Quarto Grado con i telespettatori che si basa sull'informazione sugli atti processuali". Ciò per dire che anche per il caso Pipitone il programma "non giudica fatti privati", ma approfondisce gli episodi che vengono messi in risalto dagli atti del processo a disposizione di tutti ed è a questi che si rifarebbero gli opinionisti, compreso Carmelo Abbate.

Nuzzi ha sottolineato che molti di questi episodi pruriginosi sono stati volontariamente lasciati fuori dalla trasmissione in quanto ininfluenti. Rivolgendosi a Piera Maggio, il conduttore ha detto: "Non si può diffidare l'informazione, la cronaca." Ha poi aggiunto: "Io non ho nessun problema e nessuno ha alcuna esitazione qui a Quarto Grado eventualmente anche a chiedere scusa a Piera Maggio, perché lei è una delle vittime in questa storia affianco a sua figlia".

Poi ha continuato: "Nessuno abbia la velleità di dire che c'è una guerra in corso tra noi e la signora Piera. Non siamo furibondi con chi ha manomesso queste indagini e dobbiamo partire da questi errori, evidenziandoli. Noi siamo in guerra con chi ha fatto male le indagini e non possiamo tacere questi errori, sarebbe imperdonabile".

La replica di Carmelo Abbate

Nuzzi ha definito Carmelo Abbate come "un giornalista che si legge le carte, che fa le sue dichiarazioni, le sue prese di posizione a modo suo, col suo carattere, però le sue parole si ancorano agli atti giudiziari che sono alla base del patto". Sono state poi mostrate le sentenze e il loro confronto con le parole di Abbate. Nuzzi ha proseguito dicendo che è "d'accordo con chi, come Piera, dice che gli atti non hanno cuore, però questa storia costituisce il movente.

Il movente non può essere un tabù, non può essere sbianchettato dagli atti". Anche il diretto interessato, Carmelo Abbate, ha ribadito di essere "veramente amareggiato, deluso, mortificato. Non ho mai espresso un giudizio morale nei confronti di una persona. Non mi sento di essere tale da poter salire su un piedistallo e giudicare gli altri. Sarei anche pronto a chiedere scusa, ma almeno mi si dica per che cosa, per quali colpe".

A seguito della puntata del 25 giugno, la madre di Denise ha annunciato: "Andremo avanti nelle sedi opportune", lasciando intendere che non si fermerà alla sola diffida dato che questa è stata ignorata dal programma. E poi in un secondo post: "Non ci saranno vinti né vincitori, solo poco buonsenso, tanta ipocrisia e cattiveria. Siamo dispiaciuti, ma andremo avanti"