Alessandro Tersigni ha ancora addosso l’abito blu e la cravatta rossa e nera del “suo” Vittorio Conti, quando inizia a raccontarci della sua carriera e della sua vita in famiglia. Lo abbiamo incontrato sul set de Il Paradiso delle signore, dove da otto anni veste i panni del combattivo e attento direttore del grande magazzino, innamorato di una Matilde sposata con il suo rivale, Tancredi Di Sant’Erasmo.

Con il suo accento romano e con il solito sorriso, Tersigni ha raccontato di quando per la prima volta ha realizzato di essere un vero attore, e di quando ha capito che ormai è troppo grande per realizzare uno dei suoi sogni: “vorrei tantissimo interpretare uno studente in un film di scuola, ma oggi posso fare solo il prof” ci dice, ridendo.

Ricorda anche la scena più bella del Paradiso, girata con Matilde.

Come è nata la passione per la recitazione?

È nata quando ero ragazzino: un amico del mio quartiere faceva l’attore, e aveva un film in uscita. Ho guardato quel film e ho pensato “wow, voglio fare l’attore”.

Ti penti di qualcosa nella tua carriera?

Di non aver iniziato prima! Avrei dovuto iniziare a sedici, diciassette anni. Mi piacciono tanto i film di scuola, e ora non posso più fare lo studente, purtroppo.

Ho iniziato a capire che stavo facendo l’attore quando ho iniziato a pagare l’affitto e le bollette con i miei ruoli, prima quando mi chiedevano che lavoro facessi io nicchiavo, e rispondevo altro. La prima volta che mi sono sentito davvero un attore è stata tanti anni fa: avevo fatto il provino per i Cesaroni, e subito dopo ero andato in Francia per vedere uno spettacolo di mia moglie.

Mi ha chiamato il mio agente e mi ha detto di tornare per il call back, il secondo provino davanti alla regia che fanno i tre o quattro attori che hanno passato il primo. Sono saltato su un aereo la mattina dopo, prestissimo. Poi è andata bene, mi hanno preso per interpretare Francesco, e da quel momento ho davvero capito che ero un attore.

Che consigli daresti a un ragazzo o a una ragazza che vogliono iniziare questo percorso?

Per prima cosa di studiare, per forza: dovete studiare e guardare tanti film. Consiglio sempre di cercare quelli particolari, di studiare i vecchi film, e la commedia italiana: amo molto Lino Manfredi, e consiglio sempre In nome del popolo sovrano.

Hai qualche rito particolare prima di iniziare a girare?

Dopo il trucco e il parrucco vado sempre in camerino e ripasso la scena a mente, da solo. Non ripasso mai coi colleghi, solo il momento prima di iniziare effettivamente a girare.

Cosa cambieresti di Vittorio Conti?

Ti dico la verità: forse niente. Però lo trasporterei nel futuro.

Qual è stata la tua scena preferita da girare?

È stato un paio di anni fa, abbiamo girato una scena in cui io e Chiara Baschetti, che interpreta Matilde, abbiamo ballato il valzer del Gattopardo. È stata una bella scena romantica.

Come gestisci il lavoro e la famiglia?

Io la mattina esco di casa alle sei e mezza e non torno prima delle 18.30, in inverno a volte esco quando i miei figli stanno ancora dormendo e torno quando stanno già dormendo. Mi mancano molto: quindi dal venerdì pomeriggio alla domenica sera dedico tutto il mio tempo a loro e a mia moglie. Durante la settimana purtroppo posso vederli solo la sera: quando cresceranno lo capiranno.

Hai paura che in futuro i tuoi figli risentano della tua fama?

Forse sì, ci sarà qualche genitore dei loro amici che guarda Il Paradiso delle Signore e che li riconoscerà come “i figli di”.

Ma onestamente non mi interessa: i miei figli prenderanno la loro strada, e a casa non parliamo del mio lavoro. Per ora la tv è sintonizzata solo sui cartoni animati.

Ti piacerebbe vederli sul grande schermo, un giorno?

Non ci ho mai pensato. Questo è un lavoro difficile, se un giorno vorranno fare gli attori darò loro tutte le informazioni possibili, ma sicuramente non sarò io a spingerli.

Cosa ne pensi del potere dei social? Lascerai piena libertà ai tuoi figli su questo?

Piena libertà è una parola grande, i social vanno tenuti sotto controllo per i motivi che conosciamo tutti, perché non sono un gioco. Per il momento non li conoscono, e spero rimanga così ancora per qualche anno.

Qual è il tuo rapporto con gli hater?

Credo siano persone frustrate, con niente da fare tutto il giorno. Non rispondo a commenti in cui mi insultano, e comunque resto dell’idea che non si può piacere a tutti quanti.