Nella puntata di Un posto al sole di venerdì 2 agosto, Guido ha provato a spiegare a Mariella le ragioni del suo tradimento. Tuttavia, il suo discorso non è stato accolto favorevolmente dai fan. Anziché apparire come un sincero atto di pentimento, le sue parole hanno invece assunto i toni di un monologo autoassolutorio.

Guido ha cercato di difendersi, ma la sua giustificazione è sembrata priva di empatia, evidenziando la sua riluttanza a prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Invece di affrontare la situazione con onestà, il vigile ha preferito incolpare Mariella, peggiorando ulteriormente la tensione tra loro.

La parole di Guido e la mancanza di assunzione di responsabilità

"Mariella, mi dispiace per quello che è successo. È vero che da un po' di tempo ce l'avevo con te, perché mi facevi sentire sempre sbagliato, perché mi opprimevi, perché non andava mai bene nulla di quello che facevo. Però credimi, non l'ho fatto per ferirti; la mia non è stata una ripicca. Quello che è successo tra me e Claudia è successo e basta".

Si nota subito che nel discorso di Guido ci siano diverse cose che non vanno. L'uomo esordisce dicendo: "Mi dispiace per quello che è successo". Questo sembra un tentativo di prendere le distanze dall'azione, quasi come se fosse qualcosa di esterno e inevitabile piuttosto che un atto deliberato.

Non c'è una chiara ammissione di responsabilità per l'infedeltà, il che è problematico. Questo modo di esprimersi potrebbe essere interpretato come una minimizzazione del suo ruolo attivo nell'atto del tradimento. La mancata assunzione di responsabilità evidenzia dunque una dinamica tossica all'interno della relazione, dove il tradimento viene giustificato o ridotto nella sua gravità, aggiungendo ulteriore dolore e ingiustizia alla situazione.

Colpevolizzazione della vittima

Subito dopo, Guido inizia a spiegare le ragioni del suo malcontento nella relazione, elencando quelli che considera gli errori e le responsabilità di Mariella. Qui, l'uomo sposta chiaramente la colpa sulla moglie, suggerendo come il suo comportamento fosse la causa principale del tradimento. Questo rappresenta un classico esempio di colpevolizzazione della vittima, in cui si tenta di giustificare un'azione sbagliata attribuendo la responsabilità alla persona ferita.

Questa forma di manipolazione emotiva non solo distorce la realtà della situazione, ma finisce per normalizzare una dinamica distruttiva all'interno della relazione, dove il tradimento viene giustificato proprio attraverso l'attribuzione di colpa all'altro.

Minimizzazione del danno e rassegnazione fatalistica

L'uomo aggiunge poi: "Però credimi, non l'ho fatto per ferirti; la mia non è stata una ripicca". Anche se afferma che l'intenzione non era quella di ferire, il danno è stato comunque fatto. Questo può sembrare un tentativo di ridurre la gravità dell'azione, come se la mancanza di intenzionalità nel ferire potesse in qualche modo attenuare l'impatto del tradimento. Infine, conclude con: "Quello che è successo tra me e Claudia è successo e basta".

Questa frase esprime una sorta di fatalismo, come se il tradimento fosse qualcosa di inevitabile, che è "successo" senza controllo. Questo toglie ulteriore responsabilità all'uomo e suggerisce una mancanza di volontà di affrontare seriamente le conseguenze delle proprie azioni. Un atteggiamento del genere, che minimizza il danno e accetta il tradimento come un qualcosa di ineluttabile, è profondamente problematico, poiché riversa la colpa sull'altro e normalizza una dinamica relazionale estremamente distruttiva.