Frontiere aperte e moneta unica. Questi gli obiettivi a breve termine della Croazia che dal 1° luglio 2013 è parte integrante dell’Unione Europea come Stato membro numero 28. Tra i Paesi dell’ex Jugoslavia è il secondo dopo la Slovenia (che vi è entrata nel 2004) a partecipare all’organizzazione continentale. Nel giro di cinque anni Zagabria intende adottare il trattato di Schengen per la libera circolazione di persone e merci e abbandonare del tutto la valuta corrente, la Kuna, a favore dell’Euro.
La Croazia porta in dote all’Unione un’economia in gran parte turistica (un quinto del Pil), ma anche un tasso di disoccupazione molto elevato al 18,1% (rispetto all11% del Vecchio Continente), con una forte incidenza a livello giovanile (51,8% per gli under 25 contro una media europea del 23,7%).
Le finanze pubbliche di Zagabria saranno poi osservate speciali per il debito che viaggia intorno al 60% del Pil e il deficit tra il 4 e il 5%, ampiamente al di sopra del tetto del 3% del Patto di bilancio.
Il timore di nuovi flussi migratori di lavoratori croati verso l’occidente ha già sortito i primi effetti e fatto tornare lo spauracchio dell’idraulico polacco, che a inizio millennio arrivava in Francia, Germania o Italia facendo pagare la metà dei colleghi locali.
La vicina Slovenia ha votato l’estensione delle restrizioni all’accesso del suo mercato del lavoro per i cittadini croati, che verranno così considerati extra-comunitari almeno per due anni. Fino al 2018, invece, rimarranno attivi i controlli alle frontiere in uscita da Slovenia e Ungheria, i due Paesi di accesso all’Europa.
I turisti quindi, in arrivo dai Paesi confinanti, e molti dall’Italia, dovranno pazientare ancora un po’ per evitare le code al confine nei periodi di vacanza. La doppia valuta Kuna-Euro, anch’essa fino al 2018, dovrebbe poi facilitare le transazioni, ma è comunque atteso un effetto rincaro sia dei generi alimentari che dei servizi ricettivi (affitti, hotel, ristoranti, gite, eccetera).
La Kuna debole (7 Kuna circa per un Euro) ha favorito finora tanto le esportazioni quanto l’incremento dei flussi turistici dopo la guerra dei Balcani.
Una buona notizia invece per chi si metterà in viaggio verso le località di villeggiatura dell’Istria, della Dalmazia o delle numerosissime isole dell’Adriatico riguarda la copertura sanitaria per i soggiorni temporanei in Croazia.
Non sarà più necessario richiedere il modello E111, ma per ricevere cure mediche, dalle prestazioni a ticket a quelle più urgenti come il ricovero ospedaliero, sarà sufficiente presentare la tessera sanitaria italiana che vale come tessera europea di assicurazione malattia (TEAM).