La notizia è arrivata in queste ore, ed è stata proprio Carolyn McCall ( direttore esecutivo di Easyjet) ad annunciare il graduale abbandono dell'aeroporto di Fiumicino da parte della Compagnia aerea più arancione d'Europa. Gli aeromobili e gli equipaggi che sono attualmente impiegati a Fiumicino verranno distribuiti negli altri principali aeroporti italiani in cui opera Easyjet, ossia: Milano Malpensa, Napoli e Venezia.

Il perché dell'abbandono

Easyjet afferma che è arrivata a questa decisione perché il Leonardo Da Vinci prevede degli altissimi costi aeroportuali.

Già nel 2012 i costi erano più alti della media, nel 2015 sono addirittura raddoppiati e in futuro si prevede un'ulteriore aumento che la compagnia ammette onestamente di non poter sostenere. Ma i costi non sono l'unico problema, infatti in seguito a diversi sondaggi e ricerche di mercato si è notata la poca soddisfazione in termini di esperienza di viaggio, da parte dei passeggeri.

Le assicurazioni di Easyjet

Anche se entro il 2016 la presenza di Easyjet a Fiumicino sarà notevolmente ridotta, non sarà completa. Intanto per il 2015 prevede di trasportare circa 2 milioni di passeggeri da e per Fiumicino e in seguito continuerà a collegare Roma a Londra. Easyjet inoltre assicura che l'abbandono di Fiumicino non significa l'abbandono dell'Italia, in quanto il nostro Paese rappresenta un mercato strategico per la compagnia britannica.

Carolyn McCall, nella sua conferenza, specifica che si investirà maggiormente su Milano Malpensa, Napoli e Venezia, aeroporti in cui si è registrata un'alta domanda. Questi investimenti rappresenteranno sia un giovamento per la Compagnia ma anche per le regioni in cui Easyjet ha deciso di operare. In queste regioni si assisterà alla creazione di migliaia di posti di lavoro sia da parte di Easyjet che assumerà nuovi membri dell'equipaggio e dello staff che posti di lavoro indiretti prodotti dalla maggiore operatività della compagnia negli aeroporti di riferimento. Anche il numero degli aeromobili presenti nel nostro Paese crescerà, salendo a 29 aeromobili collocati in Italia.