Parlare dopo due partite può sembrare prematuro, ci limitiamo ad annusare l'aria. L'odore è buono e ci riporta a dieci anni fa, quando una Nazionale che aveva solisti eccellenti ma non era paragonabile a quelle del passato riuscì a riportare la Coppa del Mondo in Italia dopo 24 anni. Oggi dopo due gare degli Europei di Francia, l'Italia di Antonio Conte èqualificata per la seconda fase e già aritmenticamente prima. Il prossimo match contro l'Irlanda sarà inifluente in tal senso e dunque ci si può rilassare e guardare con vivo interesse ciò che accadrà nel gruppo che comprende Spagna, Croazia, Repubblica Ceca e Turchia: con i turchi già fuori dai giochi, l'avversaria degli azzurri sarà una delle prime tre squadre citate, la seconda del girone.

Scettici al bando

La Nazionale di Conte non brilla per eccelse qualità tecniche e non ha grandi tenori. Ha però impressionato per solidità, cinismo e praticità contro il Belgio, ha dimostrato di saper soffrire contro la Svezia. In un Campionato Europeo finora privo di dominatori assoluti, dove la stessa Germania non sembra quella del titolo mondiale di due anni fa, l'Italia può fare la sua parte fino in fondo. Scettici al bando dunque, critici eclissati tra la folla e pronti a venir fuori nel caso in cui non si dovesse arrivare tra le prime quattro del continente. Speriamo rimangano ben nascosti, pronti a cimentarsi nel loro sport preferito: il salto sul carro del vincitore.

Conte si conferma un grande motivatore

Finora Antonio Conte si è dimostrato in grado di trasformare in una vera squadra quella che, prima degli Europei, sembrava una truppa rabberciata. Nessuna magia, soltanto una grande abilità nel saper cementare il gruppo eliminando le "schegge impazzite". Il CT, ad esempio, non ha mai gradito più di tanto Mario Balotelli, anche quando veniva considerato l'attaccante più forte del panorama calcistico italiano.

Il blocco è quello della "sua" Juventus e ciò è senza dubbio di buon auspicio se consideriamo che le vittorie mondiali del 1982 e 2006, ultimi trofei internazionali vinti dagli azzurri, sono fortemente legate ai colori bianconeri. Il lavoro di Conte sui giocatori, ancor prima che tattico, è psicologico e le sue squadre hanno sempre avuto gli "occhi della tigre".

L'Italia vista contro Belgio e Svezia è una formazione "affamata", composta da uomini di grande esperienza. Alcuni, come Buffon, Bonucci, Barzagli, Chiellini, De Rossi e Thiago Motta hanno una carriera ricca di vittorie e soddisfazioni ma non sono sazi. Altri, come Candreva e Giaccherini, sono in cerca di una consacrazione internazionale. Singolare il caso di Graziano Pellè, attaccante esploso in Olanda che ha poi confermato nella Premier League il suo valore ed ora cerca di essere finalmente "profeta in patria". Tutti però accomunati da quella "fame" necessaria per affrontare un torneo lungo e stressante come questo rinnovato Europeo a 24 squadre.

Dove può arrivare questa Nazionale

Pronosticare il cammino futuro dell'Italia nella kermesse calcistica continentale non è semplice oggi.

A breve scatterà la fase ad eliminazione diretta dove le partite spesso e volentieri sono risolte da singoli e casuali episodi. Al momento non è agevole immaginare quale formazione leverà al cielo la Coppa il prossimo 10 luglio a Saint Denis. Il terzetto di favorite resta sempre composto da Germania, Francia e Spagna e la Nazionale azzurra potrebbe fare da quarto incomodo. Squadre come Croazia e lo stesso Belgio, pur malmenato dagli uomini di Conte, rappresentano ousiders di alto livello perchè dotate di indubbia qualità. Ma dopo due Mondiali finiti prematuramente ed un Europeo che ci ha visto finalisti ma umiliati dallo strapotere spagnolo, questa Italia ha avuto il dono di suscitare entusiasmi sopiti. Di colpo, gli italiani si sono riappropriati di un azzurro che sembrava sbiadito ed hanno ritrovato un'unica bandiera sotto la quale si riconoscono, tutti. Questa è la grande forza del calcio.