Potrebbe essere determinante il contributo del Ros per incastrare il sospettato dell'efferato omicidio di Yara Gambirasio, giovanissima tragicamente scomparsa nel novembre 2010.



Il giorno 16 giugno 2014 un 44enne di Mapello, tale Massimo Bossetti, è stato posto in stato di fermo. Le indagini si sono in seguito soffermate su un furgone che era nella sua disponibilità. Trattasi di un Iveco Daily cassonato, perfetto per il trasporto di materiali del settore edile, piuttosto frequente in quest'area.



Quello di Bossetti, però, è diverso dagli altri perché avrebbe una particolarità che lo distingue nettamente.

Non è certo un dettaglio di poco conto. Gli organi inquirenti hanno raccolto con certosina pazienza tutte le immagini reperibili da telecamere pubbliche o private per ricomporre il misterioso puzzle del caso Yara Gambirasio e purtroppo per fare questo ci sono voluti anni.

Ora però stanno arrivando i risultati di un complesso percorso investigativo che si propone di dare un nome e un volto al criminale, chiunque esso sia, che ha infierito in modo brutale sulla malcapitata ragazzina di Brembate Sopra.

Sappiamo che ieri Bossetti ha incontrato sua moglie in carcere ed è la prima volta che accade, il tutto mentre nella caserma di Ponte San Pietro è iniziata la sfilata dei testimoni con i legali di Bossetti chesono impegnati nello studio della linea difensiva relativa al delicato caso.

La notizia del giorno è però un'altra: sul corpo di Yara sarebbero stati trovati peli di Bossetti. Gli indizi cominciano ad essere molti e conducono tutti nella medesima direzione.