Colpo di scena nel caso Yara Gambirasio a causa di alcuni aggiornamenti riferiti a Bossetti, il sospettato dell'efferato crimine. Il muratore residente a Mapello, che secondo la tesi degli organi inquirenti potrebbe essere il responsabile dell'efferato delitto e dunque della morte di Yara Gambirasio, tale Massimo Giuseppe Bossetti, sembra avere cambiato strategia difensiva con riferimento al materiale probatorio rinvenuto sul corpo della vittima e quindi quello che risulta essere il suo specifico dna, unico e irripetibile.



I legali di Bossetti, attualmente detenuto, si chiamano Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti.

La strategia difensiva sembra voler puntare su una spiegazione, che sarà resa pubblica durante il processo, della presenza delle tracce biologiche di Massimo Giuseppe Bossetti sugli indumenti della sfortunata ragazzina che una sera, rincasando dalla palestra, è andata incontro alla follia di un uomo che ha abusato di lei con pesanti e ingiustificabili sevizie, che fanno accapponare la pelle al solo pensiero.



La difesa dunque non negherà l'evidenza scientifica della paternità del dna ma tenterà di fornire una motivazione razionale, non sappiamo ancora quanto cedibile, della presenza del dna del Bossetti. Quest'ultimo nega con forza le sua responsabilità penale nella vicenda, si chiama fuori quando molti sarebbero crollati psicologicamente.

Secondo i principi generali del nostro ordinamento giuridico Bossetti è comunque presunto innocente fino a condanna passata in giudicato, cioè non più impugnabile e dunque fino a quel momento nessuno può affermare che è un assassino e che è stato lui ad accanirsi sulla ragazzina.



Probabilmente in questa inchiesta peserà molto la relazione dettagliata in corso di preparazione da parte dei Ris di Parma che stanno monitorando il traffico telefonico sui suoi cellulari e un personal computer nella speranza di capire qualcosa di più sulla vita di quest'uomo e sul suo universo relazionale.





Vogliamo ricordare che alcuni testimoni affermano di avere notato il furgone di Bossetti nelle vicinanze del luogo di allenamento di Yara, la palestra, ma tecnicamente questo non configura una prova poiché alla guida del mezzo poteva ovviamente trovarsi anche un'altra persona.



Il capo di accusa per Bossetti è "omicidio volontario aggravato dalle sevizie e crudeltà e dalla minorata difesa". Un caso d'accusa pesantissimo. Per ora vi rimandiamo ad altri aggiornamenti sullo sviluppo del caso Yara e ad altre eventuali novità sul muratore di Mapello sospettato dell'ignobile reato.