Marco Milanese, ex colonnello della Guardia di Finanza, ex deputato di Forza Italia e braccio destro dell'ex Ministro delle Finanze Giulio Tremonti, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l'accusa di corruzione.

Il suo nome circolava da tempo in relazione alle indagini sulle tangenti del MOSE di Venezia, ma solo oggi la procura veneziana ha accolto la richiesta del Gip Alberto Scaramuzza.

La richiesta di arresto era stata infatti avanzata il 10 giugno scorso, ma gli ultimi sviluppi dell'indagine hanno evidenziato "sussistenti motivi di urgenza a provvedere" oltre al rischio di "reiterazione del reato".

L'accusa di corruzione

Secondo l'accusa, Milanese avrebbe ricevuto, nel 2010, 500 mila euro dai dirigenti del Consorzio Venezia Nuova, aggiudicatario degli appalti per la realizzazione del Mose, perché intervenisse a sbloccare i finanziamenti del Cipe per la continuazione dell'opera.

Per questo motivo, oltre all'arresto, la procura di Venezia ha disposto il sequestro preventivo della cifra corrispondente alla presunta tangente.

La consegna del denaro sarebbe avvenata a Milano e per questo motivo le carte sono state trasferite per competenza alla Procura del capoluogo lombardo.

I precedenti di Milanese

Milanese non è nuovo a disavventure giudiziarie, avendo attualmente in corso un procedimento a Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione nella Guardia di Finanza che ha portato in carcere il comandante delle Fiamme Gialle di Livorno.

Nel 2011, l'ex deputato era riuscito a sfuggire all'arresto grazie al voto contrario della Camera che lo aveva salvato con soli 6 voti di differenza.

Oggi, gli ex colleghi della Guardia di Finanza sono stati meno indulgenti degli ex colleghi deputati ed hanno fatto scattare le manette ai polsi di Milanese, ormai privo dell'immunità parlamentare, per poi accompagnarlo nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nei pressi di Caserta.