Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è giunto a sorpresa ieri in Vaticano, attorno alle ore 17, per un'udienza privata di quasi un'ora e mezza (è terminata alle ore 18.20 circa) con Papa Francesco presso la Domus Santa Marta; si erano visti lì, nella visita ufficiale dell'8 giugno 2013 subito dopo la sua rielezione al Colle e pochi mesi prima, il 19 marzo, in occasione della messa nella Basilica Vaticana con cui il Pontefice si è insediato. L'auto del Capo dello Stato è entrata dal "Perugino" ed era scortata solo da un'altra; gli agenti dell'ispettorato della polizia di Stato hanno presidiato in modo discreto, probabilmente per mantenere il riserbo, la strada di accesso.

L'incontro si è svolto, a distanza di quasi un anno (lo scorso 14 novembre) da quello di Jorge Mario Bergoglio al Quirinale, in forma strettamente privata e pertanto non sono stati resi noti i contenuti del dialogo.

Il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi ha confermato che l'incontro si è svolto presso la residenza del Pontefice e che è durato circa un'ora trascorsa in un clima di grande cordialità. Il Quirinale ha confermato la notizia sottolineando "l'intensità e l'affabilità del rapporto personale tra il pontefice e il presidente". La giornata del Papa è stata molto intensa; in mattinata, come di consueto, ha celebrato l'eucaristia nella cui omelia ha condannato le parrocchie affariste che chiedono denaro per la celebrazione dei sacramenti; egli ha ritenuto ciò un grave scandalo ed ha ammonito tutte le Chiese affinchè "non diventino mai case di affari" poiché "la redenzione di Gesù è sempre gratuita" facendo presente ai pastori che i fedeli non possono perdonare "un prete che maltratta la gente ed è attaccato ai soldi".

Le parole forti del pontefice sono molto semplici ma così profonde da rendere palese quella rivoluzione che gli sta molto a cuore che mira a rendere il Cattolicesimo sempre più conforme all'immagine di Cristo tramite quella povertà, in primo luogo spirituale, che ha incarnato perfettamente pure il santo di cui porta il nome così come tutti gli altri che intercedono, anche per lui, dal paradiso.