Si dichiarava paladino della legalità Roberto Helg, presidente di Confcommercio Palermo e vicepresidente della Gesap, la società che gestisce l'aeroporto "Falcone e Borsellino". Eppure, è stato arrestato ieri con l'accusa di estorsione, lo stesso reato contro cui diceva di battersi. Uno dei tanti, imbarazzanti, paradossi siciliani. Perché, nella terra di Pirandello, è facile professarsi santi con la coscienza sporca. E il limite tra mafia e antimafia è spesso fin troppo labile.

Meno di un mese fa era successo ad Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e da anni sbandieratore del proprio "patentino" anti-mafia , di trovarsi invischiato in un'inchiesta per concorso esterno a Cosa Nostra.

E, in quell'occasione, Helg si era premurato di dire la sua: "Sono vicino al collega Montante e mi auguro che si possa fare chiarezza in brevissimo tempo. Chi si batte per la legalità, come lui, non può attendere a lungo che vengano chiariti i termini di una vicenda come quella che lo riguarda".

Ma cosa è successo a Roberto Helg, influente personaggio del "salotto buono" palermitano, ex commerciante e presidente della Camera di Commercio di Palermo da dieci anni? Avrebbe chiesto una tangente di 100 mila euro al gestore di un esercizio commerciale dell'aeroporto del capoluogo siciliano intenzionato a rinnovare il contratto con la Gesap. Le intercettazioni sono chiare: "50 mila subito, poi 10 mila al mese" - dice il vicepresidente della società che gestisce l'aeroporto "Falcone e Borsellino" a Santi Palazzolo, proprietario della pasticceria.

Il "tipico metodo estorsivo" - dicono gli inquirenti. Gli stessi inquirenti che hanno ascoltato la richiesta di "pizzo" in diretta, dopo la denuncia da parte di Palazzolo.

Una vicenda dai tratti più caratteristici e malsani della terra dello scirocco, dove non è insolito che alti esponenti della pubblica amministrazione adottino un modus operandi tipicamente mafioso.Ciò che lascia più perplessi è il fatto che Helg si professasse simbolo della moderna lotta al racket, inquisitore implacabile degli estortori, partecipando spesso a eventi contro la corruzione (l'ultimo dei quali risale a meno di un mese fa).

E ora? È divenuto lui stesso estorsore, come per contrappasso.

Colto in flagrante con l'assegno di 50mila euro appena intascato e altri 30 mila in contanti sulla scrivania, Helg ha provato inizialmente a negare, poi ha ceduto: "L'ho fatto per necessità, mi hanno pignorato la casa".